lunedì 31 dicembre 2007

Le Macine


Le Macine

Via Mazzini, 8 - Cologna di Pellezzano (SA)
Tel.: 089-567540 chiuso il lunedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : media
Valutazione complessiva: 3/5

Come arrivare : da Salerno uscite dalla tangenziale allo svincolo di Fratte, proseguite poi sulla strada statale 88 in direzione di Baronissi, superate gli insediamenti industriali di via de' Greci e troverete il locale ben segnalato alla vostra destra, sotto un cavalcavia del raccordo autostradale
salerno-Avellino. Da Avellino : uscite allo svincolo Di Baronissi del raccordo raccordo autostradale Salerno-Avellino, proseguite in direzione di Salerno fino a trovare il locale alla vostra sinistra. Più azzardata sarebbe l'ipotesi di calarsi con una corda dal suddetto cavalcavia, ma come già detto nel post relativo al "Piccolo Paradiso" è abbastanza pericoloso imbarcarsi in queste avventure stradali . Per chiudere su viabilità e co., vi ricordo che questo è uno dei pochi locali che potrebbe non essere raggiungibile in determinati casi: una volta di fatti, a causa di una frana, mi fu interdetto l'accesso al locale.

"Le Macine" è un piccolo e carino ristorante-pizzeria che sorge sulla vecchia strada di collegamento fra Salerno e Avellino, la quale scorre parallela al corso del fiume Irno, strada comunque poco frequentata a causa della presenza del menzionato raccordo autostradale. Proprio al di sotto di quest'ultimo troviamo il locale in oggetto, composto da una sala interna piccola e riparata, anche ben arredata in arte povera e corredata da un bel camino, e da una
sala esterna situata sotto una veranda, agibile però solamente nei mesi estivi. La zona è molto umida e fredda, anche a causa della vicinanza del fiume, e anche in estate non fa mai molto caldo. Il locale è molto frequentato, non solo dai clienti ma anche dai gestori: quando lo conobbi infatti era gestito da una ragazza molto più simpatica e sveglia dell'attuale proprietario, e forse anche più acculturata (sulla lavagnetta all'ingresso vi è scritto, vi giuro, "stasera samgria" - con la emme!-). L'offerta gastronomica è ampia e variegata, a farla da padrone sono sempre le pizze come in quasi tutti i locali del comprensorio della valle dell'Irno, ma anche i primi sono assolutamente da provare, così come le carni e i dolci. Iniziamo come di consueto con
l'antipasto, proposto in due versioni: la più semplice, con bocconcini, salumi e sottoli, e la più complessa, servita su di un tagliere con oltre agli ingredienti già elencati diversi assaggi di verdure calde. si prosegue con i primi, ma con una certa tabella di marcia. Difatti, se le bevande tardano talmente tanto ad arrivare che vengono servite dopo l'antipasto, per avere i primi richiesti ci vuole una buona mezz'ora, nonostante ci siano solo pochi tavoli occupati, forse perchè il proprietario pensa che sia più importante intrattenersi con i suoi clienti preferiti a parlare, piuttosto che occuparsi dei clienti giunti prima. Ciò nonostante, le linguine alla palermitana sono davvero squisite, con le melenzane e i pomodorini che accompagnano degnamente il pesce spada, che conferisce all'ensemble un deciso odore di mare. Ancora un quarto d'ora dopo la fine dei primi e possiamo assaggiare un buon tronchetto alla nutella, con una panna troppo liquida ed acidula. 28 euro non sono nè tanti nè pochi, la qualità è buona ma il servizio lascia davvero parecchio a desiderare.

P.S.: credevo che con la scorsa (e cattivissima) recensione avessi chiuso il 2007, ma in extremis mi voglio commiatare per quest'anno da voi cari lettori con un altra recensione, anch'essa decisamente cattivella, e con ovviamente l'augurio di un meraviglioso e gustoso 2008. Auguri!

Tracklist consigliata : Delta V - Ritornerai
Baustelle - Gomma

domenica 23 dicembre 2007

Vecchie Fornaci


Vecchie Fornaci

Via R. Luciano - Loc. Badia - Corpo di Cava dei Tirreni
Tel.: 089 461313 chiuso il ??
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : media
Valutazione complessiva: 3/5

Come arrivare : da Salerno, proseguite sulla statale 18 in direzione di Cava de' Tirreni, poco prima di giungere al paese girate a sinistra in direzione della Badia, e seguite le indicazioni per il locale. Attenzione: la strada non è per nulla agevole e presenta diverse strettoie con semafori e sensi unici alternati.

Ci troviamo nell'amena località di Corpo di Cava, sede dell'ormai millenaria abbazia consacrata alla Madonna, protetta dal mare della divina costa dai massicci montuosi dei Lattari, in primis il Falerio e l'Avvocata. Siamo dunque alle spalle di Cetara, che in linea d'aria dista poche centinaia di metri, ma è raggiungibile dopo circa 10 chilometri di strade. Qui, fra boschi di quercia, castagno e frassino sorge il ristorante "Vecchie Fornaci", immerso in una tenuta privata dove vengono allevati animali selvatici (si lo so, è un paradosso, ma per cucinarli è meglio tenerli a bada, se no all'ordinazione mica il cuoco può mettersi a caccia) come cinghiali e daini, che costituiscono la base culinaria del locale. Come è lecito aspettarsi, il ristorante al suo interno è arredato come una vecchia cascina per la caccia, con trofei al muro, inserti in pietra ed un grande camino stranamente spento, nonostante il freddo che si soffre in sala. Sala peraltro molto ampia e capiente, capace di ospitare tranquillamente piccoli ricevimenti. Degno di nota il bagno, molto spazioso se si pensa alla concorrenza, e soprattutto pulito. I camerieri sono vestiti in nero con gilet personalizzato e camicia bianca, e comunicano un certo senso di professionalità. Qui però, aimè, finiscono le note positive del locale, in quanto quella che mi accingo a narrare è la cronaca di una delusione culinaria bella e buona. A parte il freddo persistente di cui ho già detto, la vera
delusione del ristorante è la lentezza esasperante dei camerieri, che con una pratica irritante e sicuramente poco professionale si dedicano prima alla cura dei clienti abituali, che si riconoscono dal fatto che appena entrati scambiano baci e abbracci con le maestranze, invece di un semplice e più corretto, nei confronti degli altri commensali, buonasera. L'unica cosa che arriva (quasi) subito è l'antipasto misto della casa, composto da salumi e formaggi, più due elementi da
scegliere dal buffett: peccato che la scelta nel mio caso sia stata effettuata preventivamente e senza il mio consenso dal cameriere, che ha ritenuto opportuno servire due miseri rettangolini di melenzane con mozzarella. Aldilà di questo, l'appetizer si presenta buono, accompagnato da un rosso di giusto corpo e servito ad una consona temperatura, unica pecca il pane dal gusto decisamente troppo toscano, cioè senza sale. Passiamo al primo, e la scelta cade sui ravioli ai porcini, buoni ma serviti con un condimento decisamente troppo freddo, sintomo di una separata preparazione del piatto che non ha permesso alla pasta di amalgamarsi con la panna. Dopo il primo piatto, cala il sipario sui nostri stomaci. Nonostante avessimo ordinato insieme alla pasta anche il misto di carne di cinghialle alla brace, per avere il tanto agognato secondo piatto
bisogna aspettare la bellezza di 45 minuti (!), durante i quali possiamo osservare persone appena arrivate degustare praticamente tutto il menù. Dopo appunto 45 minuti arriva finalmente la carne, servita cruda, e trattandosi di salsiccia e bistecca potete immaginare il risultato di una scarsa cottura. Come magra consolazione un contorno di patatine, surgelate ma dal taglio alternativo, in modo da sembrare fresche. Cerchiamo di chiudere in bellezza con una porzione di cubana, e fin qui va bene, ma a posto del limoncello richiesto ci viene portato un bichierino di finocchietto. La misura è colma, il pranzo è finito e ci accinghiamo ad andare via, ma dopo aver pagato i 32 euro del conto finalmente capisco il perchè di un volantino pubblicizzato all'interno del locale, che reclamizza la possibilità di effettuare escursioni a piedi nei dintorni del ristorante: è quello il miglior modo per ingannare l'attesa del secondo!

P.S.: nonostante siamo in periodo natalizio, è venuta fuori in questa occasione la recensione più cattiva dell'intero blog. Ciò comunque non mi impedisce di fare i migliori auguri di buon Natale a tutti i miei cari lettori, e di un buon anno di ottime e succulente prelibatezze gastronomiche. Auguroni!

Tracklist consigliata : Kraftwerk - Tour De France
Vanessa Carlton - A Thousand Miles

domenica 9 dicembre 2007

Camelot

Camelot

Via Macchia Morese 22 - Santa Tecla di Montecorvino Pugliano
Tel.: 333/8942858 chiuso il martedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 4/5

Come arrivare: da Faiano proseguire in direzione Montecorvino/Santa Tecla, arrivati ad un bivio girate a destra seguendo le indicazioni per il locale. Attenzione, la strada è abbastanza impegnativa e soprattutto senza illuminazione.
Dalla statale 18: all'altezza del km 69 in direzione Battipaglia girate a sinistra al cartello San Vito, poi di nuovo a sinistra seguendo le indicazioni per il locale.

Camelot è secondo la leggenda il luogo in cui dimoravano Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, la quale aveva tale forma per fare in modo che ognuno che vi si sedeva era in una posizione uguale agli altri, o forse perchè fu ricavata da un albero dalla base tonda. Essendo un luogo mitico ci sono pareri discordi sulla sua ubicazione, difatti ci sono diverse contee inglesi che se ne contendono la paternità, ma un antica leggenda tenderebbe ad identificare come ultima dimora del re Santa Tecla, frazione di Montecorvino Pugliano, ed è proprio per questo che qui sorge l'omonimo pub-pizzeria-ristorante, con tanto di tavola rotonda. Anche se a Salerno
purtroppo da un pò di tempo al nome di Re Artù si collega a qualcosa che non ha niente
a che fare con la cultura, in questo luogo ameno e difficile da raggiungere rivive appieno la tradizione medievale virata in salsa picentina: difatti al di fuori del locale non vi è un cavaliere in armatura di ferro e cavallo ma un buontempone panzone che funge da parcheggiatore abusivo, con una teoria gestionale degli spazi di sosta simile a quella del tetris. Il locale è ampio e ben arredato, l'unica cosa che stona sono degli schermi televisivi orwelliani senza comandi e pertanto
coercitivi, che comunque rimandano immagini di tornei cavallereschi. Per avere un pò di tranquillità ci si può comunque rifugiare nella sala della tavola rotonda. Il menù è ampio e consente di scegliere fra pizze, primi, secondi, dolci (un pò pochi quando ci sono), ma la parte del leone la fanno gli antipasti, fra cui degna di nota è un ottima zucca grigliata e
degli squisiti peperoni imbottiti, oltre agli immancabili salumi con mozzarella e ricotta. Le pizze sono ottime così come gli scialatielli speck e zucca, che al gusto ricordano un pò la carbonara. Per proseguire si può scegliere un bel tris di carne arrosto ma anche gamberoni o frittura mista. Vino della casa un pò troppo aspro e servito decisamente troppo freddo, come di norma nei locali dei picentini, servizio un pò lento considerando l'affluenza del locale ed il numero dei camerieri, che per inciso sono vestiti in antica tenuta medievale. Chiudete pure in bellezza con un dolce, se c'è, tanto non spenderete più di 15 euro per un pasto completo. Piccolo quiz di fine recensione: nel componimento testè letto vi sono tre imprecisioni, il primo che le individua e le posta nei commenti riceverà un simpatico omaggio.

Tracklist consigliata : David Bowie - Heroes
Queen - Who Wants To Live Forever

venerdì 23 novembre 2007

Il Pioniere


Il Pioniere

Via Provinciale - Candida (AV)
Tel.: 0825/981482 chiuso il mercoledì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 3/5

Come arrivare: da Salerno: prendete il raccordo Salerno-Avellino (non fate caso al puzzo delle concerie di Solofra) e al termine dello stesso uscite ad Avellino est, proseguite in direzione dell'A16 Napoli-Canosa e poi girate in dirtezione Lioni (praticamente prenderete la famigerata Ofantina). Dopo un paio di chilometri troverete l'indicazione per Candida, seguitela e dopo poche curve troverete il ristorante alla vostra sinistra.
Da Avellino : proseguite sulla circonvallazione in direzione dell'A16, poi seguite le indicazioni di cui sopra.

Candida, ovvero l'ingenua. Parafrasando l'immortale opera di Voltaire, inizio la prima recensione del presente blog al di fuori del territorio salernitano. Siamo infatti nello stupendo territorio dell'Irpinia, la provincia del verde, da contrapporre alla panprovincia salernitana (in quanto dotata di tutto, e non è solo un'opinione personale), alla sovrappopolata e piccolissima provincia di Napoli, alla contraddittoria provincia di caserta (bella al nord, brutta al sud), ed alla selvaggia e mistica (per via di padre Pio) provincia di Benevento. Da non confondere con l'omonima malattia venerea, Candida è un paese dalle origine antichissime, difatti si sostiene che il suo nome derivi dall'appellativo datogli dai romani, i quali lo vedevano luminoso (candidus) per la gran parte del giorno, data la sua esposizione. In questo piccolo paesino di poco più di mille abitanti possiamo trovare comunque un ristorante più unico che raro. Difatti, se a Salerno è possibile cenare in una nave (che alcuni, vedi il recente dibattito cittadino, vorrebbero demolire), a Candida è addirittura possibile cenare in un vagone ristorante. Su di un vero binario è infatti adagiato un vero vagone, risalente sicuramente ad almeno 40 anni fa, svuotato dei sedili, piastrellato e arredato con tavolini in legno. Sebbene l'idea sia indubbiamente originale e
degna di merito, è tutto il resto che lascia a desiderare (a questo mi riferivo quando l'ho chiamata "l'ingenua"). Fra i suoi demeriti non posso che segnalare il servizio eccessivamente lento, il vino servito troppo freddo (le maestranze potrebbero obiettare che è servito a temperatura ambiente, solo che fuori nevica), così come il cibo, davvero troppo
freddo per essere assaporato a pieno. Fra le pietanze che mi sento di consigliare sicuramene sono degni di menzione gli antipasti, solo che la mozzarella a queste temperature solidifica, le pizze proposte in molteplici varianti (anche calzoni) e la crepe al cioccolato e panna come dolce, buona e ben preparata. In conclusione, un buon posto per mangiare bene spendendo poco (non
più di 12 euro per antipasto, primo e dolce con liquore), ma portatevi le mutande di lana.
Tracklist consigliata : Pet Shop Boys - Go West
Depeche Mode - Enjoy The Silence

sabato 10 novembre 2007

Osteria Casale del Poggio



Osteria Casale del Poggio

Via Neghelli - loc. Mercato- Giffoni Valle Piana (SA)
Tel.: 089.9828002 chiuso il lunedì
Tipo di cucina : tradizionale/casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 5/5

Come arrivare : arrivare a Giffoni Valle Piana è molto semplice, pensate che è addiritturo segnalato come direzione all'uscita della tangenziale di salerno alla svincolo della zona industriale. pertanto, se venite da nord, uscite alla zona industriale dalla tangenziale di salerno, o semplicemente percorrete la strada statale 18 fino ad arrivare a fuorni, seguite le chiare indicazioni fino ad arrivare al paese, qui poi seguite le indicazioni per Serino, fino a girare in piazza F.lli Lumiere, dotata di un enorme parcheggio (per forza, hanno inventato il cinema, era logico che gli si intitolasse una piazza così grande). Nessun parcheggiatore abusivo, tranquilli. fate qualche passo a piedi verso il delizioso centro storico, girate a sinistra e siete arrivati.

Giffoni Valle Piana non ha certo bisogno di presentazioni, basti pensare alla fama della nocciola tonda chiamata appunto Giffoni, ma ancor più importante sembra essere il festival del cinema dei ragazzi, che nel mese di luglio attira frotte di visitatori da tutte le parti del mondo, oltre a cantanti famosissimi, che sono gli stessi che poi vanno anche alla festa della pizza, manifestazione trasferitasi appunto negli spazi del festival quest'anno. Personalmente non amo particolarmente nè la festa della pizza nè il giffoni film festival, ma amo il buon mangiare, e quando ne ho voglia non posso far altro che recarmi in questo bellissimo locale incastonato nel centro storico di giffoni, che ho avuto la fortuna di scoprire alcuni anni fa grazie ad alcuni miei amici. Il locale è mandato avanti da una giovane e loquacissima maitre, che a dispetto dela giovane età sa benissimo il fatto suo, forte della sua pluriennale esperienza presso importanti strutture ricettive dell'"altitalia", e pertanto sa come intrattenere il pubblico in sala ma ha anche tante idee per migliorare il suo locale. Locale che si presenta molto accogliente, con l'immancabile legno della credenza e del mobilio, tinte rosa pastello ai muri e luci soffuse che ben predispongono al cibo. D'obbligo lo start con gli antipasti della casa, accompagnati dai biscotti di grano duro da bagnare nello "sponzapane", un recipiente di ceramica dotato di un coperchio bucherellato per far colare l'acqua in eccesso, antipasti formati da bocconcini, affettatti vari, un'ottima parmigiana di melenzane, uno squisito gateau di patate e altre delizie servite con la giusta porzione, in modo da mangiare tutto senza sentirvi troppo pieni. Si prosegue poi con i primi, ed anche in questo caso è meglio prendere di tutto un pò, scegliendo almeno un paio di assaggi, far cui consiglio ravioli con sugo alle noci e vesuviotti salsiccia e porcini con salsa rosè. In chiusura un delizioso torino al cioccolato, con un cuore bollente da assaporare lentamente, accompagnato magari da un buon liquore. Conto davvero basso se si pensa a ciò che si è mangiato, non più di 15 euro a testa in un posto dove c'è tanta sostanza, ma anche tanta accoglienza e tanta qualità. Da visitare assolutamente.

Tracklist consigliata : Sud Sound System - Azzate S. Giuanni
Roy Paci & Aretuska - Ciuri Ciuri

La Locanda Dei Girasoli


La Locanda Dei Girasoli

Via Giovi San Bartolomeo 39, Salerno (Giovi)
Tel.:089/756478 chiuso il ??
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 5/5

Come arrivare : se siete dei lettori assidui e soprattutto seguite i miei consigli culinari ormai siete dei giovologi, pertanto saprete già come arrivarci. Ma trattandoci di una new entry (il locale ha aperto il 4 ottobre) ve lo spiego comunque. Uscite allo svincolo pastena/giovi della tangenziale di Salerno, proseguite in direzione Giovi e superato ponte Guazzariello girate a sinistra, in direzioe Giovi San Bartolomeo. Il locale è ben segnalato da numerosi girasoli, appunto, che troverete guardando alla vostra sinistra in una curva a gomito. ampio parcheggio all'interno, senza parcheggiatore abusivo, per fortuna.

So che starete pensando: ma come, ancora Giovi? Si, miei cari, ancora Giovi, e stavolta ne vale davvero la pena. Nonostante viviamo nell'epoca del web 2.0, di internet, di cellulari dalle funzioni avanzatissime e della tv onnipresente, sono venuto a conoscenza di questo locale con la semplice, vecchia e cara affissione su muro. Non c'è mezzo migliore a mio parere, anche perchè si tratta del mezzo meno pressante e meno invasivo che ci sia per informare. Il locale si trova come già detto a Giovi San Bartolomeo, e la voglia di fare le cose per bene da parte del proprietario di nota sin dall'ingresso, costellato di decine di girasoli. L'interno è invece tutto dipinto, appunto, a girasoli. Chissà che il titolare non sia un fan di Van Gogh. Le sale qui sono due, una esterna ma coperta, e l'altra che ospita anche il piano bar. Il locale è anche dotato di forno per pizza a legna, ma è meglio come sempre concentrarsi prima sugli antipasti classici, come salumi e latticini, accompagnati da scarola con olivette nere e frittatine di zucchine, con peperoni per fortuna non indigesti. Se si prosegue poi con i primi, si può scegliere fra un succulento bucatino all'amatriciana, per fortuna con cipolla ben presente e non troppo asciutto nel condimento, oppure un classico scarpariello, oppure optare per la pizza preparata in mille modi. Per chiudere torta cubana oppure cioccolato e cocco, oppure la classica ricotta e pere, conto abbastanza onesto se non ci esagera con il vino e i liquori, siamo sui 15 euro scarsi. Caldamente consigliato, anche perchè, soprattutto se siete un pò alticci, potrete divertirvi a cantare con il cuoco a fine serata, specie se non c'è nessuno che vi ascolta.
Tracklist consigliata : Deep Blue Something - Breakfast At Tiffany's
Joni Mitchell - Big Yellow Taxy

Piccolo Paradiso


Piccolo Paradiso

Via Pietro Ciccullo, Cava De' Tirreni (Alessia)
Tel. 089444209 chiuso il mercoledì
Tipo di cucina: casereccia
Fascia di prezzo: medio/bassa
Valutazione complessiva: 4/5

Come arrivare: sebbene il modo migliore per giungervi nel minor tempo possibile sia prendere l'autostrada Napoli-Salerno e parcheggiare la vostra autovettura in località Arcara, scavalcare la recinzione e da lì proseguire a piedi oppure farvi venire a prendere, sembra che tale pratica sia vietata dal codice della strada e dal buon senso. E poi, di notte non si vede una mazza, perciò dovreste metterci un segno. Pertanto, da Salerno imboccate la statale 18 in direzione Cava de' Tirreni, imboccate la discesa segnalata dal cartello Dupino/Alessia e continuate a salire, seguendo le indicazioni per il ristorante che è comunque ben segnalato. Attenzione alla strada d'ingresso al parcheggio, è molto stretta e percorribile solo da un'auto per volta. Il parcheggiatore abusivo qui c'è, con tanto di gabbiotto e aiutanti presi in subappalto, come figura ricorda un pò quello della Masseria Della Fontana Vecchia di San Cipriano Picentino, poichè cappelluto ed infreddolito, e ad accomunarli c'è anche il fatto che hanno scelto di non lavorare in miniera.

Nonostante abbia un nome femminile, questa frazione del comune di Cava De' Tirreni ricca di storia (vi è un castello medievale, è stata teatro della seconda guerra mondiale e ha avuto molti lutti nel tragico alluvione del 1954) sembra in realtà prendere il nome da un termine gallico che identificherebbe il corbezzolo, detto anche "sorba pelosa", pianta molto diffusa in tutti i lattari, deliziosa anche se non troppo dolce, e che difficilmente è conosciuta ai più. Fortunatamente, grazie alle mie origini contadini e cetaresi nello specifico, ho sempre mangiato i corbezzoli sin da bambino. Ad Alessia si arriva superando le frazioni di Dupino, Marini e Arcara, e superando l'abitato, in direzione dell'eremo di San Liberatore si giunge al Piccolo Paradiso, punto di riferimento della ristorazione metelliana e non solo. Il locale è molto grande, in stile partenopeo/vesuviano per intenderci, con tanto di camerieri in gilet verde e camicia bianca, ed è dotato di una sala con finestroni con vista sulle montagne circostanti, e di un'altra sala altrettanto spaziosa all'interno. Anche qui la ressa è molta, e le sere d'estate si può mangiare anche all'aperto. Per quanto riguarda l'inverno è caldamente sconsigliato, siamo oltre i 300 metri d'altitudine e si sente. Appena entrati si respira un aria molto accogliente, i camerieri sono gentili e veloci nel servizio, nonostante la sempre notevole mole di lavoro. La pizza è la specialità del posto, presentata sia nella sua versione classica, oppure nelle varianti fantasia per due con 4 gusti e fantasia per 4 con 8 gusti. Attenzione comunque, è una pizza abbastanza alta di spessore, se assaggiate anche qualcuno dei gustosi antipasti a buffet non riuscirete sicuramente a finirla. Oltre alla pizza naturalmente è possibile scegliere fra una vasta rosa di primi, come gnocchi al tegamino, ravioli, ma anche carni alla brace e secondi di verdura. Per finire ampia scelta di dolci, fra cui spicca la cialda proposta sia al cioccolato che ai frutti di bosco, oltre a gelati e torte varie. Conto non troppo salato, come sempre a far la differenza sono i condimenti della pizza, ma difficilmente spenderete più di 15 euro a testa per una pizza con dolce finale.

Tracklist consigliata : Green Day - Welcome To Paradise
Teresa De Sio - Voglia E Turnà

Re Leone

Re Leone

Via San Nicola, Salerno (Giovi)
tel. 089755332 chiuso il martedì
tipo di cucina: casereccia
fascia di prezzo: bassa
valutazione complessiva: 4/5

Come arrivare: il locale si trova sulle colline giovesi nei pressi della chiesa di San Nicola, pertanto è raggiungibile più facilmente partendo da Sala Abbagnano che da Sant'Eustachio. Il locale lo troverete sulla destra, non c'è parcheggio e sarete costretti a posteggiare sul ciglio della strada, attenzione ai parapetti in cemento durante la manovra, state comunque tranquilli, qui non c'è parcheggiatore abusivo.

Nuova puntata per gli adepti di questo blog, stavolta si tratta di un BTG (back to giovi). siamo a poche curve da "O Paisano" , nei pressi della carina e ben illuminata chiesetta di San Nicola, il santo che ha dato i natali a babbo natale per intenderci, e ci troviamo in un simpatico ristorante-pizzeria senza troppe pretese, già a partire dal nome: difatti il locale prende il nome semplicemente dal cognome del proprietario, è inutile che vi scervelliate pensando al cartone della Disney o ad altre leggende. piuttosto non fate confusione con l'omonimo locale di Filetta, frazione di San Cipriano Picentino. La struttura è un riuscito double face, rustico all'ingresso, dov'è posizionato il forno a legna e la braceria, e più elegante nella sala principale, la quale ha il merito di affacciarsi su di un meraviglioso belvedere delle colline salernitane. Decisamente più apprezzabile di giorno oppure al tramonto.a mio parere è preferibile mangiare nella sala posizionata all'ingresso, ma soprattutto di sabato vi dovrete accontentare di dove capita poichè il posto è molto frequentato. Si inizia come di rito con una carrellata di antipasti, salumi e latticini accompagnati da verdure proposte in diverse maniere, per poi arrivare al bivio esistenziale che si propone in tutti i locali dotati di forno a legna: pizza o primo(oppure secondo)? Io preferisco sempre optare per la seconda scelta, anche perchè la pizza, nonostante siamo a salerno, non è buona dappertutto, e poi i primi a volta sanno essere più gustosi della migliore margherita. Non che io ce l'abbia coi ristoranti con pizzeria annessa, anzi, li ritengo un ottima cosa soprattutto quando si cena con bambini o persone non particolarmente amanti di certe cucine, così qualcosa da mangiare che metta tutti d'accordo si trova sempre. Dicevamo dei primi, qui è possibile mangiare fusilli, gnocchi e quant'altro, ma a farla da padrone sono le carni fatte alla brace, preparate proprio dinanzi ai vostri occhi, magari da accompagnare con una buoan insalata mista. a tal proposito, vi ricordo che se avete un certo appetito, ordinate doppia porzione, poichè quella proposta per un uomo di medie dimensioni come me (170 x 64) è solo mezza (vanno bene 2 euro per una salsiccia, ma è comunque poca). Buono il vino della casa, così come la torta alla cioccolata da accompagnare con il vostro liquore preferito, sempre disponibile nella vasta cantina. Il conto è più che onesto, per una pizza non spenderete più di 10 euro a testa, sui 15 per antipasto, primo e dolce.

Tracklist consigliata : Elton John - Circle Of Life
Amari - Campo Minato

mercoledì 24 ottobre 2007

Anabeco


Anabeco

Via Raffaele Siniscalchi, Lancusi (SA)
Tel. 338 3564492 (è il cellulare del proprietario)
Giorno di chiusura: domenica
Tipo di cucina : sfiziosa/casereccia/pubbistica
Fascia di prezzo : bassissima
Valutazione complessiva : 5/5

Come arrivare : partendo dal presupposto che è meglio andarci con qualcuno che già conosca il posto, in quanto di difficile raggiungimento, vi basterà uscire allo svincolo di Lancusi del raccordo Salerno-Avellino, proseguite poi in direzione delle facoltà scientifiche, e prima di raggiungere il plesso universitario girate a destra, proseguite dritti dopo il campo sportivo e 20 metri prima della piazzetta principale del paese troverete l'Anabeco. Potete anche infilarvi nell'oscuro
vialetto che conduce all'ingresso e cercare di trovare parcheggio all'interno, ma se ha piovuto da poco è vivamente sconsigliato per la vostra vettura e per le vostre scarpe.
Paradosso urbanistico per eccellenza, Lancusi nonostante sia solamente una frazione è più popolata del suo comune madre, e cioè Fisciano. Il perchè è presto detto, anni fa si decise di spostare saggiamente l'università di Salerno in territorio Irpino, creando dei collegamenti ad hoc come raccordi autostradali, stazioni ferroviarie ma soprattutto case, tantissime case, migliaia di vani affittatti a prezzi spropositati ai ragazzi che giungono qui, soprattuto dal Cilento e dalla Calabria, ma anche dalla Basilicata, per farsi un istruzione. In questo contesto urbanisitico, che potrebbe alla lontana richiamare Bologna la dotta (solo per la presenza degli studenti fuori sede) si trova uno dei pub/ristoranti/pizzerie più caratteristici della provincia, e cioè l'Anabeco, o per meglio dire Tonino Show, dal nome del suo proprietario/intrattenitore. Caso più unico che raro dove mangiare conviene più che fare la spesa, è luogo di ritrovo naturalmente per gli studenti a basso reddito, ma anche per famiglie che intendano festeggiare le proprie ricorrenze, o semplicemente per chi desidera stare in compagnia senza svuotarsi necessariamente il portafogli. L'offerta gastronomica è davvero ampissima, difatti si può spaziare dal classico antipasto all'italiana al fritto misto, detto anche dalle nostre parti "palla al centro", costituito da
patatine, mozzarelline, olive ascolane e chele di granchio, sempre servite da solerti camerieri che come dei bravi marsupiali sono sempre forniti di majonese e ketchup conservati nel loro grembiale. Si può proseguire poi con un primo che di solito è fisso a seconda della giornata, oppure la classica pizza cotta a legna in decine di varianti, oppure carne alla brace e altri
secondi, per non parlare di panini, panuozzi e altre delizie. Il Tonino show, invece, come specifica anche il menu, è gratis, pertanto se non volete essere presi in giro sui vostri presunti o reali orientamenti sessuali non venite all'Anabeco. Dolce ed amaro in chiusura, conto da pagare direttamente al banco nelle mani di Tonino, tranquilli comunque, qualcosa si depenna
sempre dalla lista e bisogna essere davvero dei mangioni per spendere più di 10 euro, dall'antipasto al dolce. Vivamente consigliato, se non altro per incoraggiare chi ha fatto della ristorazione popolare una scelta di vita.
Tracklist consigliata : Green Day - Basket Case
CCCP - Io Sto Bene

Al Vecchio Torchio


Al Vecchio Torchio

Via S. Maria Dei Campi, 3 Salerno (Giovi)
Tel. 089.406363Giorno di chiusura: ?
Tipo di cucina: casereccia
Fascia di prezzo : media
Valutazione complessiva: 4/5

Come arrivare : il locale si trova sulle colline di Giovi ma sul versante opposto al centro cittadino, pertanto per evitare troppa strada è meglio giungervi da Sant'Eustacchio, uscendo dalla tangenziale allo svincolo Pastena-Giovi e proseguendo appunto per Giovi. Superato Ponte Guazzariello (dal nome carino e sfizioso, ma il ponte in sè fa schifo) continuate a salire
fino a quando vi troverete il locale sulla destra, attenzione poichè si trova proprio in una curva a gomito, ma di notte è ben illuminato e difficile da mancare.

Piccola parentesi pre-recensoria: sono tornato nonostante tutto, dopo intimidazioni, minacce di taluni che mi additavano come causa del loro divorzio e critiche puerili che lasciano il tempo che trovano. E' mia intenzione ribadire che non mi farò intimidire da nessuno, e che continuerò nella missione esplicata a fondo pagina. Ciò premesso, andiamo alla recensione.Dell'evoluzione e delle peculiarità della cucina giovese abbiamo già parlato in un post precedente, basta solamente ricordare in questa sede come anche il ristorante-pizzeria "Al Vecchio Torchio" appartenga a pieno titolo a tale categoria di ristoranti economici e dalla struttura contadina. Come si evince sin dal nome, il richiamo alla tradizione contadina è forte, anche se magari la parola "torchio" può suscitare in qualcuno brutti pensieri, vi basti pensare che è uno strumento che serve
unicamente a spremere le vinacce, da non confondere con il "tornio" che è tutt'un'altra cosa. Il locale è dotato di un ampio parcheggio situato sul retro dell'abitazione dei proprietari del ristorante, ed è fortunatamente sprovvisto di parcheggiatori. Le sale sono due, quella interna e quella costituita da una sorta di veranda che in estate viene aperta e permette di cenare al fresco. Come si vede nelle foto, anche qui sono presenti numerosi attrezzi agricoli che fanno bella mostra di sè, quasi a creare un piccolo museo della civiltà contadina. L'offerta gastronomica è davvero variegata, si passa dai classici antipasti alla pasta fatta in casa condita con funghi oppure carni alla brace con i classici contorni, ma il locale è famoso soprattutto per la sua squisita pizza, che è possibile anche portare via, proposta in mille combinazioni di sapori e colori. Buona dotazione di dolci e amari in chiusura, personale estremamente gentile e disponibile, conto che
difficilmente supera i 15 euro a testa per una pizza con antipasto e dolce finale. Decisamente consigliato, anche per la sensazione di calore che il locale, piccolo e raccolto e interamente rivestito in legno, sa donare.P.S.: mi avete fatto arrabbiare e ne è uscita una recensione seria, cattivi!
Tracklist consigliata : Negramaro - Come Sempre
Baustelle - La Guerra E' Finita

mercoledì 10 ottobre 2007

Masseria Della Fontana Vecchia



Masseria Della Fontana Vecchia
Località Palomba - San Cipriano Picentino (SA)
tel. 089861247 chiuso il lunedì
tipo di cucina: casereccia
fascia di prezzo: bassa
valutazione complessiva: 5/5

Come arrivare: un vecchio adagio risalente alla Roma imperiale recita "tutte le strade portano a Roma": lo stesso vale per San Cipriano Picentino. Ci si può arrivare difatti: da Fratte via San Mango, superata la frazione Filetta si arriva al centro del paese, poi si prosegue dritto verso il campo sportivo e si arriva alla pizzeria; da Capitignano girando a sinistra, poche curve prima del paese e si trova una scorciatoia ben segnalata per la pizzeria; da Giffoni località Santa Maria a Vico, si gira a sinistra seguendo le indicazioni per la pizzeria; ci sarebbe anche un altra strada, subito dopo il cementificio di Campigliano, ma è scomoda e poco illuminata.

San Cipriano Picentino è un piccolo e ridente paesino adagiato, com'è ovvio, sui monti Picentini, i quali guardano il golfo di Salerno, soprattutto d'estate quando le spiagge sono affollate. Ho conosciuto questo simpatico paese grazie ad un mio ex compagno di classe nonchè poeta bucolico, purtroppo costretto all'emigrazione per lavoro come tanti figli di questa terra così bella ma così povera di risorse. Nonostante sia salernitano da sempre, non ho mai considerato quella di San Matteo la mia festa patronale, nè tantomeno ho mai fatto coincidere con essa l'inizio dell'autunno, ma bensì con una festicciola magari sottotono ma sicuramente più genuina, e cioè la sagra della castagna di San Cipriano Picentino. Ricordo ancora con gioia quando mi recavo lì con i miei amici, l'ultima domenica di ottobre, quando si cambia l'orario e la notte arriva prima, con uno scalcagnato autobus della Sita che ci fermava a Filetta, per poi farci salire su di un piccolo bus adibito probabilmente al trasporto delle vacche, in quanto pieno di paglia e dall' odore discutibile. Era una gioia per il cuore e per il palato vedere file di caldarrostai intenti a cuocere le succulunte castagne, il tesoro dei picentini, riservate per natura e sempre rinchiuse nel loro riccio spinoso. Fiumi di vino rosso gratis, il palio dei ciucci, la corsa dei "carrocciuoli" e i deliziosi calzoncelli ci riportavano a una dimensione contadina, lontana appena 18 chilometri da Salerno, ma anni luce dal nostro vivere quotidiano. Così, ogni volta che ho bisogno di riottenere questo ritorno alla natura gustando un'ottima pizza non posso che scegliere la "Masseria Della Fontana Vecchia", per gli intimi semplicemente "Masseria". Il locale si trova a pochi minuti dal paese, e col tempo è diventato per i salernitani una vera istituzione. Perfetto esempio di come per la qualità non ci sia mai bisogno di pubblicità, il locale è sempre gremito, anche in un semplice martedì, nonostante le pasticcerie siano chiuse (tranne che a battipaglia) e non ci siano dolci per chiudere il desinare. La specialità del posto, come sanno anche i sassi oramai, è la pizza al metro, sempre cotta a puntino e disponibile nei gusti classici, anche se qui a a farla da padrone è la patate e porcini, oppure la più esotica pizza alla 'nduja, piccantissimo salume calabro da spalmare, introvabile negli altri locali. Probabilmente, è l'unica cosa che sia davvero piccante a dispetto di tante altre cose spacciate per tali in altri ristoranti. Dicevamo delle pizze, ma naturalmente è possibile gustare anche delle deliziose pappardelle ai funghi porcini, oppure ravioli panna e porcini, e perchè no, anche delle ottimi carni alla brace, il tutto accompagnato da verduRe sott'olio o da una semplice insalata. Il vino è della casa ma imbottigliato, forse un pò troppo freddo per essere un rosso di medio corpo, tasso alcolico nella media ma è sempre meglio non esagerare. Una curiosità per gli smanettoni: il locale è anche dotato di connessione wifi gratuita (come specifica il cartello all'ingresso), così potete tranquillamente rimanere connessi con il vostro notebook, palmare, smartphone o nabaztag. Conto più che onesto, per una pizza con patatine e birre non spenderete più di 10 euro, parcheggiatore infreddolito all'esterno da mettere comunque in conto. Vivamente sconsigliato presentarsi il sabato o la domenica (anche a pranzo) senza prenotare, rischiereste di rimanere ad aspettare per ore inutilmente. Piccolo test di fine recensione: se sapete cos'è il nabaztag, complimenti! se siete andati a cercare cos'è prima di leggere queste righe, complimenti lo stesso, siete delle persone curiose. se ancora non lo sapete, andate a cercare cos'è.

Tracklist consigliata : The Clash - Spanish Bombs
Gino Paoli - Quattro Amici

lunedì 8 ottobre 2007

Hosteria Pizzeria Vecchio Mercato


Hosteria Pizzeria Vecchio Mercato
Via Gelsi Rossi n.25 - Salerno
tel.089794360Chiuso: non specificato
tipo di cucina: salernitana/cilentana, con leggera predilezione per il
pesce
fascia di prezzo: medio/alta
votazione complessiva: 4/5

Come arrivare:Il locale è situato al centro geografico della città, subito dietro le
onoranze funebri di via settimio mobilio e la linea ferroviaria.
Uscendo dalla tangenziale di Salerno a Fratte seguite le indicazioni
per via Irno, poi seguite le indicazioni per la futura cittadella
giudiziaria, quando alla vostra sinistra troverete un inutile quanto
oscenamente costoso "faro della giustizia" siete sulla buona strada,
percorrete la nuova arteria fino a quando arriverete su di un ponte con
travi a vista, girate subito a sinistra e siete arrivati. C'è anche un
capiente parcheggio per ora sprovvisto di addetto alla sosta (leggi
"abusivo"), approfittatene finchè non c'è.

Salerno è una cittadina dalle nobili e lontane origini, cresciuta con
il tempo fino a contare la bellezza di quasi 150000 abitanti, per la
maggior parte concentrate nella parte orientale e collinare della
città, che per molti cartografi illustri si fermava (fino a pochi anni
orsono) alla stazione centrale delle ferrovie dello stato. Aldilà di
tale stazione, verso sud, sorgeva fino a circa 6 anni fa il mercato
generale della frutta e della verdura, un luogo a dire il vero triste e
lugubre, quasi fosse uscito dalla penna di Dickens, perennemente umido
e scuro, anche forse perchè veniva frequentato solo alle prime luci
dell'alba. Per motivi personali durante la mia infanzia ho spesso
visitato questo luogo tetro teatro (stavolta l'allitterazione era
voluta) di scambi di merce, ma anche di tristi scene di degrado e
povertà: non era raro infatti scorgere anziani di entrambi i sessi
cercare di accaparrarsi gli ultimi pezzi di frutta e verdure scartati
dalla cernita dei commercianti, perchè magari un pò lividi oppure
decisamente marci. Ora è tutto finito, il progresso ha imposto la
demolizione di quella struttura fatiscente per far spazio ai lavori
della famigerata "Lungoirno", e di quel luogo non c'è più traccia. O
meglio, l'unica traccia è forse rimasta nel nome del locale che vi vado
ora a presentare, l "Hosteria Pizzeria Vecchio Mercato ", appunto.
Questo grazioso ristorante sorge alla fine di Via Gelsi Rossi, in
direzione del capolinea della Sita, e dispone di tre sale molto piccole
e raccolte, di cui una all'esterno per i mesi estivi. L'interno è
costituito da una sala più grande che dà direttamente sul forno per le
pizze, delimitata da una credenza in arte povera dove sono adagiati
anche gli antipasti, passando poi sotto un arco si accede all'altra
saletta, più piccola e che conduce all'uscita. La sensazione che si ha
è di calore, data sia dai piccoli spazi (a volte si urta col gomito il
proprio commensale oppure qualcuno dei tavoli accanto) che dalle luci
soffuse. Ai muri sono appesi alcuni quadri e antichi oggetti contadini.
Il menù è molto variegato, si può venire qui anche solo per una pizza,
ma il mio conisiglio è quello di optare per i primi di pesce, come gli
scialatielli ai frutti di mare oppure le trofie alle vongole, per poi
passare ai secondi come orate o frittura di pesce. Naturalmente è
possibile anche mangiare delle ottime pietanze di terra, così come
chiudere il pranzo con un buon dolce che qui fortunatamente non manca
mai. Unica nota dolente è forse il conto, siamo oltre i 25 a testa per
un pranzo completo, ma forse si paga un pò troppo l'ubicazione
centrale, in fin dei conti un buon posto dove mangiare senza
allontanarsi troppo dal centro.
Tracklist consigliata : Sleater Kinney - Jumpers
Tre Allegri Ragazzi Morti - Volo Sulla Mia Città

sabato 29 settembre 2007

Il Casereccio


Il Casereccio
Via Magellano (traversa della litoranea) Pontecagnano Faiano (SA)
Chiuso il lunedì e il martedì
Tipo di cucina: casereccia
Fascia di prezzo: medio-bassa
Valutazione complessiva: 5/5
Come arrivare : trattasi di locale a notorietà riflessa, essendo che spesso viene scelto al posto de "La Contadina", che si trova circa 100 metri prima provenendo dalla litoranea. Non essendo "Il Casereccio" seganalato in alcun modo, seguire le indicazioni per "La Contadina" e poi troverete anche il suddetto, un pò come quando si vuole andare all'Ikea e ci si ritrova da Leroy Merlin.
Nel bel mezzo della fertile piana del Sele e nello specifico nel vasto spazio compreso fra la litoranea e la statale 18 sorge un microcosmo sconosciuto ai più, fatto di vivai, villette private, club privè, ippodromi, caseifici, case vacanze, discoteche e amenità varie, che di notte assume tutta un altra fisionomia, protetta dal favore delle tenebre. Ma esistono anche dei piacevoli e purtroppo poco pubblicizzati luoghi dove poter mangiare bene spendendo il giusto, allietati dall'afrore delle nostre care amiche bufale. Sto parlando naturalmente de "Il Casereccio", locale senza troppe pretese com'è giusto che sia un posto con un simile nome. L'ambiente nel quale ci si ritrova una volta entrati è a dir poco accogliente, anche se ad essere sinceri risente di una rusticità posticcia un pò troppo artificiosa. Le sale in cui mangiare sono due, una situata subito dopo lo spazioso parcheggio, la più piccola, e quella interna, nello stesso locale dove si trovano le pizze. Travi in legno lucido, pilastri in mattoni e tovaglie di carta completano l'insieme, d'altronde qui si viene per la sostanza, non certo per la forma. Gli antipasti sono proprio come quelli che mangereste se foste a pranzo da vostra nonna, e assecondano la fantasia dello chef, pertanto oltre alla base obbligatoria di bocconcini deliziosi e salumi si possono degustare parmigiane di melenzane, fagioli con salsiccia a rondelle, peperoni oppure melenzane a funghetti. Per proseguire c'è l'imbarazzo della scelta, fra pizze naturalmente cotte a legna, primi di terra o di mare (per gli indecisi meglio scegliere scialatielli vongole e porcini, d'altronde siamo a metà strada fra il Tirreno e i Picentini), carni alla brace ma anche spigole, orate e una inaspettata frittura di pesce. A nobilitare ulteriolmente il menù (che, per inciso, come in altri locali qui non c'è: si ascolta in religioso silenzio la declamazione del cameriere, che spesso è costretto più volte a ritornare sulle sue parole a causa della scarsa igiene dei nostri padiglioni auditivi) è la vasta scelta di dolci, senza i quali è davvero impossibile chiudere un pranzo degno di essere chiamato tale. Il mio consiglio è di provare la torta panna e nutella con riso soffiato, non ve ne pentirete. Come già detto il ristorante si trova a pochi passi dai luoghi della movida salernitana, dove per modiche cifre è possibile incontrare i migliori divi del momento laureatisi neo-divi presso qualche reality di successo o presso qualche trasmissione pomeridiana di prostituzione legalizzata. Pensate, con circa 50 euro potreste in un simpatico sabato sera autunnale in un simpatico locale della litoranea (opps, scusate, volevo dire "costa sud") dove c'è bella gente e bella musica riuscire a toccare lo slip di un simil-divo, oppure scegliere di andare a "Il Casereccio", dove con soli 20 euro (tutto compreso) farete felici il vostro stomaco ed il vostro cervello. La scelta, come sempre, è a voi.
Tracklist consigliata : Squarepusher - Theme From Ernest Borgnine
Daft Punk - Around The World

domenica 23 settembre 2007

O' Paisano


O' Paisano


Via Bottiglieri 73 Salerno, località Giovi
Tel.: 089750861 chiuso il ??
Tipo di cucina : iper-casereccia
Fascia di prezzo : medio/bassa
Valutazione complessiva:4 /5
Come arrivare:
percorso breve: tangenziale di Salerno uscita Sala Abbagnano, girare poi a destra in direzione Giovi-Casa Manzo e continuare fino a quando non ci si trova il locale alla propria sinistra, nei pressi di un magnifico belvedere
percorso medio: tangenziale di Salerno uscita Pastena Giovi, proseguire in direzione Giovi e continuare fino a quando non ci si trova il locale alla propria destra, nei pressi di un magnifico belvedere
percorso lungo: tangenziale di Salerno uscita Rione Petrosino, finita la discesa girare a sinistra in direzione del Masso (o Mazzo?) della Signora, e proseguire fino a quando non ci si trova il locale alla propria sinistra, nei pressi di un magnifico belvedere.
percorso futuribile: uscita Cernicchiara dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria , proseguire in direzione Giovi, all'incrocio con l'ufficio postale girare a destra, proseguire in direzione centro-Casa Manzo fino a quando non ci si trova il locale alla propria destra, nei pressi di un magnifico belvedere.
A dividere la graziosa cittadina di Salerno dal convulso traffico del tratto meno conosciuto della Salerno - Reggio Calabria sorgono come dei baluardi le colline di Giovi, denominate arbitrariamente Bottiglieri, San Nicola, San Bartolomeo e Incarto, se non ricordo male. Da alcuni anni, una manciata di piccoli imprenditori si è lanciata con coraggio nel recupero di questa zona impiantando locali mangerecci dalle alterne fortune , comunque tutti ben al di sopra degli standard di giù Salerno (come dicono quelli del Vomero quando parlano di Napoli) sia come qualità che come contenimento dei prezzi. Degno esempio di tale tipologia di locale è "O Paesano", situato nella frazione Bottiglieri, che prende il suo nome dall'antica attività artigianale legata alla produzione del vino. Il locale vi si parerà davanti proprio come un locale, appunto, di paese, con le tovaglie a scacchi rossi e bianchi, camerieri con la camicia in pendant con la tovaglia, unica nota stonata è il Nissan Navara del pizzaiolo e abile cacciatore parcheggiata fuori, ma essendo nero di sera non si nota. Il ristorante pizzeria è dotato di due sale, una situata all'ingresso e dotata di piccolo aquario koi simil-giapponese, protetta da un pergolato e abbellita da alcuni antichi attrezzi della civiltà contadina, e un altra interna corredata dai trofei di caccia del pizzaiuolo, e cioè teste di cinghiale imbalsamate. E' naturalmente sconsigliato mangiare fuori nei mesi invernali, ma la ressa soprattuto il sabato sera è tanta che i clienti non fanno caso ai venti che soffiano da valle. Appena entrati ci si accomoda (se c'è posto) nell'accogliente sala interna e si da un rapida scorsa al menù che comprende anche un numeroso elenco di pizze, anche per venire incontro alle tasche dei più giovani. Difatti, la prima impressione che si ha entrando in questo locale è quella di trovarsi di fronte ad una clientela parecchio trasversale, è possibile trovare la coppia di anziani come i giovani trentenni rampanti cittadini come i ragazzini inerpicatisi qui con lo scooter. Come di consueto, mi piace iniziare con un antipasto classicamente campano, con bocconcini e sottoli, accompagnati da un prosciutto affettato come una bistecca. I primi sono consigliabili, ma il punto di forza del locale a mio parere sono le carni arrosto, pollo, vitello, maiale e coniglio, ma anche coniglio alla cacciatora, pollo arrosolato il tutto accompagnato da una bella insalata mista altri contorni disponibili alla carta. Da bere un buon vino rosso locale, un pò scarsa la carta dei vini ma in fin dei conti meglio così, unica pecca la mancanza cronica di dolci a corollare un pasto sostanzialmente buono e corroborante. In coppia non spenderete più di 30 euro, attenzione a non alzare il gomito in quando la strada non è di facile percorrenza.
Tracklist consigliata : R.E.M. - Imitation Of Life
Pulp - Disco 2000

mercoledì 19 settembre 2007

Hosteria Menelao


Hosteria Menelao

Via D'Elia, 4, Sant'Arcangelo di Cava de' Tirreni
Tel.:089 345336, chiuso il lunedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 5/5

Come arrivare:

da Salerno: ss 18 fino a Cava de' Tirreni, superare la rotatoria di p.zza san Francesco e poi girare a sinistra, seguire poi le indicazioni per Sant'Arcangelo, lì troverete i segnali che vi indicano dove si trova il locale

da Napoli: autostrada A3 uscita Cava de' Tirreni, proseguire quindi in direzione Salerno, quindi arrivati a p.zza San Francesco seguire le indicazioni di cui sopra

da Avellino: raccordo autostradale Avellino-Salerno fino all'imbocco con l'autostrada A30 Caserta-Salerno, uscita Castel San Giorgio, quindi proseguite fino a Cava de' Tirreni e arivati a p.zza San Francesco seguite le indicazioni di cui sopra

da Caserta e Benevento: arrivate ad Avellino e a Napoli per fatti vostri poi seguite le indicazioni di cui sopra

Consiglio per tutti gli abitanti della regione Campania e non solo: ormai i navigatori satellitari li trovate anche a 129 euro, compratevene uno e andate sul sicuro
E finalmente arriviamo alla recensione vera e propria. La primavolta che sono stato in questo locale è stata in occasione del mio compleanno, non ne dico il numero progressivo per pudore, diciamo che si tratta di un numero fra 26 e 28 e che finisce per 7. Venni a sapere di questo locale dal nome mitologico da una simpatica pubblicazione denominata "Sapori Campani" racimolata a scrocco in un altro ristorante della cittadina metelliana, e devi dire che tale pubblicazione ha ormai fissa dimora nel cruscotto della mia autovettura. Dopo un percorso a dir poco accidentato, tutte curve e pendenze degne del Tour De France, arrivo in dolce compagnia al tanto agognato Menelao, dotato fra l'altro di un ampio parcheggio antistante l'ingresso, con parcheggiatore abusivo di tipo non tossico e non napoletano, cioè cortese, dimesso e silenzioso. Dopo aver parcheggiato, innestato il freno a mano e inserito la retromarcia, entriamo in questo grazioso locale, il cui interno potete vedere nella foto che vi allego, in modalità octroyè, miei cari lettori. Nessuna licenza creative commons, sia chiaro, questa è roba mia.
Una rapida lavata alle manine affaticate dalle numerose sterzate e siamo già alla decantazione orale del menù, datosi che qui, come in molti altri locali, le mirabolanti intuizioni di Guttemberg non hanno ancora preso piede. Si decide di iniziare naturalmente dall'antipasto, nella sua formazione classica campana di salumi e latticini, irrobustiti e ingentiliti da una parmigiana di melenzane e da un ottimo gateau di patate. Ma qui siamo a Cava de' Tirreni, e senza che sia nemmeno richiesto il tutto viene accompagnato dai cosiddetti "scazzoppoli", dei piccoli bocconcini di pasta di pane lievitata e fritta e cosparsi poi di sugo di pomodoro e pecorino grattuggiato. Una bomba, ma che comunque si lascia ben gustare accompagnata dal vino della casa, un rosso non troppo corposo ma giustamente alcolico. Finito l'antipasto giunge il momento del primo, ed essendo un amante della pasta ripiena la scelta cade sui ravioli speck e rucola, di dimensioni molto contenute il che consente di ottenere una cottura uniforme sia del ripieno che della sfoglia, evitando quegli obbrobriosi medaglioni ripieni di ricotta cruda. A questo punto lo stomaco già chiede pietà, ma il posto per il dolce c'è sempre, e poi è anche il mio compleanno! Optiamo per una fetta di "cubana", la famigerata torta di pan di spagna al cacao ripiena di panna, e un limoncello per digerire il tutto. Non il conto fortunatamente: 28 euro in tutto, un ottimo prezzo considerando la qualità delle pietanze e la cortesia del personale.
Caldamente consigliato, specie d'estate quando si può mangiare anche all'aperto.
Tracklist consigliata : Underworld - Born Slippy
Planet Funk - Stop Me

Ciao a tutti

Salve
Ho deciso di creare questo piccolo blog solamente per dare la possibiltà agli eventuali lettori di scoprire alcuni bei luoghi dove mangiare (ristoranti, trattorie, taverne, osterie, pizzerie etc.) che magari rimangono un pò sconosciuti, sia per volontà propria sia per miopia dei gestori dei locali stessi. Inutile dire che quella del cibo è una mia gran passione, ancor di più se si accompagna alla compagnia (scusate l'allitterazione) giusta.
Che dire dunque, buona lettura e buon appetito!