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sabato 27 febbraio 2010

Hostaria Tipiteca


Hostaria Tipiteca

Via F. Sorrentino - Annunziata di Cava De' Tirreni (SA)
Tel. 089/561887 - Chiuso il martedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : medio/alta
Valutazione complessiva : 3/5

Come arrivare : da Salerno, arrivate a Cava De' Tirreni dalla statale 18, superate la piazza all'ingresso del paese e girate a destra in direzione della stazione. Poco prima di essa girate a destra in direzione della frazione Annunziata, oppure seguite le indicazioni per arrivare al ristorante "La Baita". Troverete il locale in una curva, parcheggiate senza abusivi lungo la strada. Attenzione ai grossi pini, secondo me fra poco cadono.

Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti in "Palombella Rossa". Quindi, perchè chiamarsi
brasserie quando si offrono ai clienti solo due marche di birra? Ma ancor più importanti
delle parole sono i numeri, specie quando si fa ristorazione ed i numeri riguardano
la data di scadenza di una bevanda. Se siamo al 20 febbraio, perchè me ne servi una scaduta
esattamente tre settimane prima?
Ma procediamo con ordine. E' un piovoso sabato sera e, scegliendo dal Memo, decidiamo ditestare quest'hostaria/brasserie della frazione Annunziata. Prenotiamo, arriviamo, ma
nonostante ciò dobbiamo aspettare circa mezz'ora per avere, in quattro, un tavolo minuscolo
dove non tutti i commensali posso allargare le braccia per usare le posate, oltre ai camerieri
che passano incessantemente a due centimetri dal piatto.
Ordiniamo l'antipasto della casa, con salumi, bocconcini ed olive, oltre ad altri tre piattini
con baccalà con olive, carne di maiale con popacelle e vedure fritte. C'è anche un buon pezzettino
di parmigiana di melanzane. Ordiniamo poi due pizze, una quattro stagioni ed una margherita, entrambe ben cotte e gustose, ed una Lowenbrau (visto che l'alternativa era una Nastro Azzurro). Peccato che solo dopo averla bevuta ci accorgiamo che era scaduta da ben tre settimane. Almeno, non ce la mettono nel conto.
Passa invece ampiamente l'esame la tagliata con rucola ed aceto balsamico, tenera da sciogliersi in bocca e con pochi nervi. Andiamo via senza dolce (meglio fermarsi per la strada alla nuova sede de "La Zeppola D'Oro"), e paghiamo il conto di 46 euro per un antipasto, due pizze, una tagliata, un bicchiere d'aglianico, acqua pane e coperto. La birra scaduta è stata invece gentilmente offerta dalla ditta.
Comunque un bel locale, non c'è che dire.

Il piatto forte della recensione è la tagliata Tracklist consigliata : Toro Y Moi - Blessa
Nuback - Summer In Your Eyes

mercoledì 24 giugno 2009

Albachiara


Albachiara


Largo F. Palmentieri - Castagneto di Cava de' Tirreni(SA) Tel. 0892960099 / Cell. 3471893817 - Chiuso il mercoledì Tipo di cucina : casereccia Fascia di prezzo : medio/bassa Valutazione complessiva : 5/5

Come arrivare : se provenite da Salerno, alla prima indicazione utile per la Badia girate a sinistra e seguite le chiare indicazioni per il locale. Per chi invece provenisse dal centro di Cava oppure da Nord, subito dopo l'ospedale, alla fine del ponte, girate subito a destra per la rapida salita fino a trovare il locale in una piccola piazzetta dove è anche possibile parcheggiare. Nel caso fosse già piena di vetture, si può cercare nei dintorni. Per fortuna, non ci sono parcheggiatori abusivi

Alzi la mano chi di voi conosce la canzone Albachiara di Vasco Rossi. Bene, potete abbassarle, siamo in estate e le vostre ascelle non offrono uno spettacolo decoroso. Per non parlare dell'odore. Alzi la mano chi invece conosce il ristorante Albachiara. Peccato, vedo molte mani alzate in meno. Il ristorante che dovreste assolutamente conoscere si trova in una deliziosa piazzetta nei pressi della strada che conduce alla Badia, in località Castagneto (che forse c'era una volta, la zona è abbastanza lottizzata, tanto che in alcuni punti pare Sant'Eustachio). Si presenta come un piccolo e raccolto ristorante di paese, con il forno a legna per le pizze e poi due sale, una più grande ed una più piccola separate da archi a volta, che evidenziano la vetustà della struttura, rimessa comunque a nuovo. Di buon gusto l'arredamento, con molti quadri alle pareti e tavole e sedie di solido legno. Subito dopo esserci accomodati, il benvenuto ci viene dato con un buon bicchiere di prosecco ghiacciato e con una piccola selezione di appetizer deliziosi, composta da crostini forati con pomodorini ricotta e aceto balsamico, frittelle di pasta cresciuta e dei fiori di zucca in pastella con ripieno di ricotta, irresistibili. Dopo questa bella apertura continuamo con l'antipasto misto con zucchine e melanzane grigliate in casa, salumi a volontà e bocconcini, tutto ottimo e fresco. Da bere scegliamo un buon aglianico, abbastanza corposo,e per primo un buon piatto di ovvia derivazione picentina, i ravioli al ragù di noci all'odore di salvia, preparati però molto più sottilmente degli altri già menzionati, e quindi risultanti più digeribili. Basterebbe questo per terminare un pasto già abbondante, ma per farla completa optiamo per una buona tagliata di manzo con parmigiano, pomodorini e un mare di rucola, il tutto annaffiato dal buon aceto balsamico. Davvero strasazi, decidiamo che non c'è spazio per il consueto dolce (anche se avevo intravisto in frigo sia una cassata che una ricotta e pera), così chiudiamo con un leggero caffè che ci aiuta ad affrontare con maggiore lucidità le curve del ritorno. Conto di circa 40 euro, giusti e meritati per un locale dove la ricerca delle migliori materie prime si unisce ad un'attenzione certosina per i particolari. Consigliato, anche se in macchina non ascoltate "Albachiara".




Il piatto forte di questa recensione è la "tagliata"



Tracklist consigliata : Kraftwerk - The Telephone Call
Xtc - Life Life Begins At the Hop

lunedì 3 marzo 2008

Il Riccio

Il Riccio

Via Trezza 14 - Cesinola di Cava de' Tirreni(SA)
Tel.: 089343727 chiuso il martedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 4/5

Come arrivare: da Salerno, proseguite sulla statale 18 e prima di arrivare al borgo di Cava girate a sinistra in direzione dell'abbazia, seguite le chiare indicazioni per arrivare al locale. Da Cava, stessa deviazione anche se è possibile giungerbi anche tramite la frazione Sant'Arcangelo. Ampio parcheggio e nessun parcheggiatore.

Forse cercavi "La Pentolaccia"? Proprio come avrebbe detto google, in realtà in questo primo sabato di marzo avevamo intenzione di recarci in quel caratteristico locale metelliano, ma essendo appunto sabato e non avendo prenotato la maitre del locale ci avverte che l'attesa sarebbe stata di almeno un'ora, il che tradotto dal loro linguaggio significa almeno 2 ore. Come ripiego scegliamo quindi "Il Riccio", simpatico locale senza tropppe pretese, anch'esso pieno di commensali, ma con qualche tavolo ancora libero. Il ristorante è più piccolo di quanto lasci immaginare se visto da fuori, ma la cosa che colpisce di più è la quantità eccessiva di illuminazione, forse il proprietario deve aver sposato qualche dipendente dell'Enel, datosi che è consigliabile cenare con gli occhiali da sole. Ci accomodiamo e stranamente mi accorgo che non ci vengono serviti gli scazzoppoli di cui vi ho già parlato altrove, vero leit-motiv della cucina cavese. Poco male, ci viene servito un buon antipasto misto e del pane composto dal 95% di mollica, poi delle pennette alla siciliana che avrebbero richiesto almeno un minuto in più di cottura. Buone anche le pappardelle ai porcini, ben cotte e saporite. Anche la cubana in chiusura non è male, si fa sentire però la mancanza di un liquore. Conto di circa 30 euro in due, non male se si pensa che "Il Riccio" era solamente un ripiego.

Tracklist consigliata: C.S.I. - Forma e Sostanza
U2 - City of Blinding Lights

domenica 23 dicembre 2007

Vecchie Fornaci


Vecchie Fornaci

Via R. Luciano - Loc. Badia - Corpo di Cava dei Tirreni
Tel.: 089 461313 chiuso il ??
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : media
Valutazione complessiva: 3/5

Come arrivare : da Salerno, proseguite sulla statale 18 in direzione di Cava de' Tirreni, poco prima di giungere al paese girate a sinistra in direzione della Badia, e seguite le indicazioni per il locale. Attenzione: la strada non è per nulla agevole e presenta diverse strettoie con semafori e sensi unici alternati.

Ci troviamo nell'amena località di Corpo di Cava, sede dell'ormai millenaria abbazia consacrata alla Madonna, protetta dal mare della divina costa dai massicci montuosi dei Lattari, in primis il Falerio e l'Avvocata. Siamo dunque alle spalle di Cetara, che in linea d'aria dista poche centinaia di metri, ma è raggiungibile dopo circa 10 chilometri di strade. Qui, fra boschi di quercia, castagno e frassino sorge il ristorante "Vecchie Fornaci", immerso in una tenuta privata dove vengono allevati animali selvatici (si lo so, è un paradosso, ma per cucinarli è meglio tenerli a bada, se no all'ordinazione mica il cuoco può mettersi a caccia) come cinghiali e daini, che costituiscono la base culinaria del locale. Come è lecito aspettarsi, il ristorante al suo interno è arredato come una vecchia cascina per la caccia, con trofei al muro, inserti in pietra ed un grande camino stranamente spento, nonostante il freddo che si soffre in sala. Sala peraltro molto ampia e capiente, capace di ospitare tranquillamente piccoli ricevimenti. Degno di nota il bagno, molto spazioso se si pensa alla concorrenza, e soprattutto pulito. I camerieri sono vestiti in nero con gilet personalizzato e camicia bianca, e comunicano un certo senso di professionalità. Qui però, aimè, finiscono le note positive del locale, in quanto quella che mi accingo a narrare è la cronaca di una delusione culinaria bella e buona. A parte il freddo persistente di cui ho già detto, la vera
delusione del ristorante è la lentezza esasperante dei camerieri, che con una pratica irritante e sicuramente poco professionale si dedicano prima alla cura dei clienti abituali, che si riconoscono dal fatto che appena entrati scambiano baci e abbracci con le maestranze, invece di un semplice e più corretto, nei confronti degli altri commensali, buonasera. L'unica cosa che arriva (quasi) subito è l'antipasto misto della casa, composto da salumi e formaggi, più due elementi da
scegliere dal buffett: peccato che la scelta nel mio caso sia stata effettuata preventivamente e senza il mio consenso dal cameriere, che ha ritenuto opportuno servire due miseri rettangolini di melenzane con mozzarella. Aldilà di questo, l'appetizer si presenta buono, accompagnato da un rosso di giusto corpo e servito ad una consona temperatura, unica pecca il pane dal gusto decisamente troppo toscano, cioè senza sale. Passiamo al primo, e la scelta cade sui ravioli ai porcini, buoni ma serviti con un condimento decisamente troppo freddo, sintomo di una separata preparazione del piatto che non ha permesso alla pasta di amalgamarsi con la panna. Dopo il primo piatto, cala il sipario sui nostri stomaci. Nonostante avessimo ordinato insieme alla pasta anche il misto di carne di cinghialle alla brace, per avere il tanto agognato secondo piatto
bisogna aspettare la bellezza di 45 minuti (!), durante i quali possiamo osservare persone appena arrivate degustare praticamente tutto il menù. Dopo appunto 45 minuti arriva finalmente la carne, servita cruda, e trattandosi di salsiccia e bistecca potete immaginare il risultato di una scarsa cottura. Come magra consolazione un contorno di patatine, surgelate ma dal taglio alternativo, in modo da sembrare fresche. Cerchiamo di chiudere in bellezza con una porzione di cubana, e fin qui va bene, ma a posto del limoncello richiesto ci viene portato un bichierino di finocchietto. La misura è colma, il pranzo è finito e ci accinghiamo ad andare via, ma dopo aver pagato i 32 euro del conto finalmente capisco il perchè di un volantino pubblicizzato all'interno del locale, che reclamizza la possibilità di effettuare escursioni a piedi nei dintorni del ristorante: è quello il miglior modo per ingannare l'attesa del secondo!

P.S.: nonostante siamo in periodo natalizio, è venuta fuori in questa occasione la recensione più cattiva dell'intero blog. Ciò comunque non mi impedisce di fare i migliori auguri di buon Natale a tutti i miei cari lettori, e di un buon anno di ottime e succulente prelibatezze gastronomiche. Auguroni!

Tracklist consigliata : Kraftwerk - Tour De France
Vanessa Carlton - A Thousand Miles

sabato 10 novembre 2007

Piccolo Paradiso


Piccolo Paradiso

Via Pietro Ciccullo, Cava De' Tirreni (Alessia)
Tel. 089444209 chiuso il mercoledì
Tipo di cucina: casereccia
Fascia di prezzo: medio/bassa
Valutazione complessiva: 4/5

Come arrivare: sebbene il modo migliore per giungervi nel minor tempo possibile sia prendere l'autostrada Napoli-Salerno e parcheggiare la vostra autovettura in località Arcara, scavalcare la recinzione e da lì proseguire a piedi oppure farvi venire a prendere, sembra che tale pratica sia vietata dal codice della strada e dal buon senso. E poi, di notte non si vede una mazza, perciò dovreste metterci un segno. Pertanto, da Salerno imboccate la statale 18 in direzione Cava de' Tirreni, imboccate la discesa segnalata dal cartello Dupino/Alessia e continuate a salire, seguendo le indicazioni per il ristorante che è comunque ben segnalato. Attenzione alla strada d'ingresso al parcheggio, è molto stretta e percorribile solo da un'auto per volta. Il parcheggiatore abusivo qui c'è, con tanto di gabbiotto e aiutanti presi in subappalto, come figura ricorda un pò quello della Masseria Della Fontana Vecchia di San Cipriano Picentino, poichè cappelluto ed infreddolito, e ad accomunarli c'è anche il fatto che hanno scelto di non lavorare in miniera.

Nonostante abbia un nome femminile, questa frazione del comune di Cava De' Tirreni ricca di storia (vi è un castello medievale, è stata teatro della seconda guerra mondiale e ha avuto molti lutti nel tragico alluvione del 1954) sembra in realtà prendere il nome da un termine gallico che identificherebbe il corbezzolo, detto anche "sorba pelosa", pianta molto diffusa in tutti i lattari, deliziosa anche se non troppo dolce, e che difficilmente è conosciuta ai più. Fortunatamente, grazie alle mie origini contadini e cetaresi nello specifico, ho sempre mangiato i corbezzoli sin da bambino. Ad Alessia si arriva superando le frazioni di Dupino, Marini e Arcara, e superando l'abitato, in direzione dell'eremo di San Liberatore si giunge al Piccolo Paradiso, punto di riferimento della ristorazione metelliana e non solo. Il locale è molto grande, in stile partenopeo/vesuviano per intenderci, con tanto di camerieri in gilet verde e camicia bianca, ed è dotato di una sala con finestroni con vista sulle montagne circostanti, e di un'altra sala altrettanto spaziosa all'interno. Anche qui la ressa è molta, e le sere d'estate si può mangiare anche all'aperto. Per quanto riguarda l'inverno è caldamente sconsigliato, siamo oltre i 300 metri d'altitudine e si sente. Appena entrati si respira un aria molto accogliente, i camerieri sono gentili e veloci nel servizio, nonostante la sempre notevole mole di lavoro. La pizza è la specialità del posto, presentata sia nella sua versione classica, oppure nelle varianti fantasia per due con 4 gusti e fantasia per 4 con 8 gusti. Attenzione comunque, è una pizza abbastanza alta di spessore, se assaggiate anche qualcuno dei gustosi antipasti a buffet non riuscirete sicuramente a finirla. Oltre alla pizza naturalmente è possibile scegliere fra una vasta rosa di primi, come gnocchi al tegamino, ravioli, ma anche carni alla brace e secondi di verdura. Per finire ampia scelta di dolci, fra cui spicca la cialda proposta sia al cioccolato che ai frutti di bosco, oltre a gelati e torte varie. Conto non troppo salato, come sempre a far la differenza sono i condimenti della pizza, ma difficilmente spenderete più di 15 euro a testa per una pizza con dolce finale.

Tracklist consigliata : Green Day - Welcome To Paradise
Teresa De Sio - Voglia E Turnà

mercoledì 19 settembre 2007

Hosteria Menelao


Hosteria Menelao

Via D'Elia, 4, Sant'Arcangelo di Cava de' Tirreni
Tel.:089 345336, chiuso il lunedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 5/5

Come arrivare:

da Salerno: ss 18 fino a Cava de' Tirreni, superare la rotatoria di p.zza san Francesco e poi girare a sinistra, seguire poi le indicazioni per Sant'Arcangelo, lì troverete i segnali che vi indicano dove si trova il locale

da Napoli: autostrada A3 uscita Cava de' Tirreni, proseguire quindi in direzione Salerno, quindi arrivati a p.zza San Francesco seguire le indicazioni di cui sopra

da Avellino: raccordo autostradale Avellino-Salerno fino all'imbocco con l'autostrada A30 Caserta-Salerno, uscita Castel San Giorgio, quindi proseguite fino a Cava de' Tirreni e arivati a p.zza San Francesco seguite le indicazioni di cui sopra

da Caserta e Benevento: arrivate ad Avellino e a Napoli per fatti vostri poi seguite le indicazioni di cui sopra

Consiglio per tutti gli abitanti della regione Campania e non solo: ormai i navigatori satellitari li trovate anche a 129 euro, compratevene uno e andate sul sicuro
E finalmente arriviamo alla recensione vera e propria. La primavolta che sono stato in questo locale è stata in occasione del mio compleanno, non ne dico il numero progressivo per pudore, diciamo che si tratta di un numero fra 26 e 28 e che finisce per 7. Venni a sapere di questo locale dal nome mitologico da una simpatica pubblicazione denominata "Sapori Campani" racimolata a scrocco in un altro ristorante della cittadina metelliana, e devi dire che tale pubblicazione ha ormai fissa dimora nel cruscotto della mia autovettura. Dopo un percorso a dir poco accidentato, tutte curve e pendenze degne del Tour De France, arrivo in dolce compagnia al tanto agognato Menelao, dotato fra l'altro di un ampio parcheggio antistante l'ingresso, con parcheggiatore abusivo di tipo non tossico e non napoletano, cioè cortese, dimesso e silenzioso. Dopo aver parcheggiato, innestato il freno a mano e inserito la retromarcia, entriamo in questo grazioso locale, il cui interno potete vedere nella foto che vi allego, in modalità octroyè, miei cari lettori. Nessuna licenza creative commons, sia chiaro, questa è roba mia.
Una rapida lavata alle manine affaticate dalle numerose sterzate e siamo già alla decantazione orale del menù, datosi che qui, come in molti altri locali, le mirabolanti intuizioni di Guttemberg non hanno ancora preso piede. Si decide di iniziare naturalmente dall'antipasto, nella sua formazione classica campana di salumi e latticini, irrobustiti e ingentiliti da una parmigiana di melenzane e da un ottimo gateau di patate. Ma qui siamo a Cava de' Tirreni, e senza che sia nemmeno richiesto il tutto viene accompagnato dai cosiddetti "scazzoppoli", dei piccoli bocconcini di pasta di pane lievitata e fritta e cosparsi poi di sugo di pomodoro e pecorino grattuggiato. Una bomba, ma che comunque si lascia ben gustare accompagnata dal vino della casa, un rosso non troppo corposo ma giustamente alcolico. Finito l'antipasto giunge il momento del primo, ed essendo un amante della pasta ripiena la scelta cade sui ravioli speck e rucola, di dimensioni molto contenute il che consente di ottenere una cottura uniforme sia del ripieno che della sfoglia, evitando quegli obbrobriosi medaglioni ripieni di ricotta cruda. A questo punto lo stomaco già chiede pietà, ma il posto per il dolce c'è sempre, e poi è anche il mio compleanno! Optiamo per una fetta di "cubana", la famigerata torta di pan di spagna al cacao ripiena di panna, e un limoncello per digerire il tutto. Non il conto fortunatamente: 28 euro in tutto, un ottimo prezzo considerando la qualità delle pietanze e la cortesia del personale.
Caldamente consigliato, specie d'estate quando si può mangiare anche all'aperto.
Tracklist consigliata : Underworld - Born Slippy
Planet Funk - Stop Me