mercoledì 6 febbraio 2008

La Botte


La Botte

Via Ferrovia 3 - Piano di Montoro Inferiore (AV)
Tel.: 347/3206241 chiuso il ??
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 5/5

Come arrivare: da Salerno prendete il raccordo autostrdale Salerno-Avellino in direzione di Avellino, uscite a Montoro Inferiore e poi proseguite in direzione del centro di Piano. Il locale come si intuisce dall'indirizzo si trova nei pressi della stazione ferroviaria.
Cari amici gastronauti, eccomi tornato dopo una piccola assenza dovuta alla nascita ed allo svezzamento della mia nuova creatura. Ritorniamo in carreggiata con questo locale aperto da poco di cui avevo avuto notizia tramite dei manifesti 6x3 affissi lungo tutto il raccordo
Salerno-Avellino, e cioè "La Botte". Trovandomi a Mercogliano intorno all'ora di cena ed essendo digiuno dalla colazione, insieme alla mia metà ho deciso di mangiare qualcosa di buono, e la scelta poteva ricadere sui seguenti ristoranti:
a) Il Rusticone di Mercogliano
b) La Vacaloca di Pratola Serra
c) Valleverde di Atripalda
Come un flash mi è poi passato fra le sinapsi l'esistenza di questo nuovo locale a Montoro Inferiore. Dopo circa mezz'ora di strada, e dopo essermi reso conto che i punti di riferimento di notte sono tutt'altra cosa rispetto al giorno, arriviamo al ristorante che è ancora vuoto. Di
lì a poco sarebbe stato assalito da un'orda di tifosi dell'Italia ansiosi di assistere all'amichevole con il Portogallo, ma questa è un'altra storia. Il locale si presenta ampio e ben arredato, con un
forno per le pizze in bella vista e delle lunghe tavolate in legno, oltre a dei tavolini dove si mangia a lume di candela. L'offerta gastronomica è parecchio variegata, si passa dalla pizza ai panuozzi
senza tralasciare primi e secondi rigorosamente di terra. Si decide di partire con l'antipasto omnibus della casa, composto bocconcini, melenzane grigliate e sottolio, zucchine alla scapece, frittata di cipolle ramate e peperoni sott'olio, oltre a capicollo, prosciutto e salame. La porzione singola è più che sufficiente per due persone, così passiamo alle tagliatelle ai porcini, ottime anch'esse soprattutto se osparse di un buon parmigiano grattugiato. Per secondo optiamo per una salsiccia alla brace con contorno di patate e funghi porcini, la carne è ben cotta e il contorno non troppo pesante. Da bere un buon montepulciano sfuso ad un prezzo molto onesto, così come il resto delle pietanze. Per chiudere una buona cubana servita con cioccolato fuso, ed un bicchierino di fragolino. Conto di soli 32 euro, molto basso se si pensa che si esce davvero satolli. Insomma, nonostante in fondo al locale vi sia affisso un ritratto dell'ultima cena, "La Botte" è un
posto in cui tornare sicuramente.
Tracklist consigliata: Veracocha - Carte Blanche
Cold Blue - Streams

domenica 20 gennaio 2008

Nonna Italia

Nonna Italia

Via Torino 2, Pontecagnano Faiano
Tel. 089 849401 Chiuso la domenica
Tipo di cucina : picentina/internazionale
Fascia di prezzo : media
Valutazione complessiva : 3/5

Come arrivare : Dalla tangenziale di Salerno uscite allo svincolo di Pontecagnano, dopo pochi metri subito a destra in direzione del bowling, superate il ponte sul fiume Picentino e dopo circa 200 metri troverete il locale alla vostra destra, proprio a ridosso del passaggio a livello.

Pontecagnano Faiano è una cittadina dalla storia abbastanza recente, nata nel 1911 nella sua forma autonoma in seguito al distacco da Montecorvino Pugliano ed all'accorpamento con la frazione alta di Faiano. Questa ridente cittadina dalla struttura urbanistica a scacchiera è da considerarsi a tutti gli effetti un quartiere di Salerno, essendo praticamente attaccata al capoluogo e separata da esso solamente dal fiume Picentino, che ne segna anche il confine. Seppur piccolo come insediamento, Pontecagnano presenta un altissima densità di ristoranti, pizzerie e pub, disseminati sia lungo la statale 18 che nelle vie adiacenti, senza parlare di Faiano, vera e propria frazione-ristorante. In via Torino, nei pressi della stazione ferroviaria, possiamo trovare dunque "Nonna Italia", ristorante molto elegante e raffinato, con due sale in pietra, una
situata a livello strada, l'altra posizionata in basso e raggiungibile tramite una scalinata in metallo e legno. Certo, più che di sala si dovrebbe parlare di cella frigorifera: nonostante la presenza di un condizionatore a pompa di calore in inverno si è costretti a cenare con il cappotto per la temperatura non proprio clemente, ma in compenso la sala da un senso di rusiticità con le pietre vive ben in vista. Superato lo shock termico, si possono ordinare gli antipasti di salumi e
formaggi di ottima qualità, accompagnati da un buon vino da scegliere fra l'ampia (e carissima) carta dei vini, davvero molto ampia per una pizzeria-ristorante. La specialità del locale è costituita dalle carni alla brace provenienti da mezzo mondo, come il canguro, il filetto argentino oppure olandese, senza tralasciare i primi come ravioli, gnocchi e scialatielli serviti con vari condimenti, e le pizze dall'impasto non troppo gradevole. Il servizio lascia un pò a desiderare, e forse in questo si capisce il perchè del nome del ristorante, e cioè una cucina che vorrebbe essere calda e accogliente come una nonna, ma che presenta le stesse inefficienze dell'Italia. Se è vero infatti che il vino viene servito con possibilità di rifiuto come nei migliori ristoranti, è anche vero che al termine dell'antipasto le posate sporche lasciate nel piatto vengono rimesse sulla
tovaglia, mentre i camerieri invece che rivolgersi con il "lei" usano il tu quando non, obbrobbrio degli obbrobbri, l'appellativo "ragazzi", da far accapponare la pelle. Chissà se anche i colleghi
(re)censori di http://www.dovemangio.info/ seduti al tavolo accanto al mio durante questa visita abbiano notato le stesse cose. Dimenticavo i dolci, una delle poche note positive, fra i quali degni di menzione un buon tiramisù molto morbido. Conto abbastanza onesto, che riabilita in parte il
locale.

Tracklist consigliata : Kraftwerk - Trans Europa Express
Squarepusher - Tundra

mercoledì 16 gennaio 2008

Non Ti Pago


Non Ti Pago

Via Eduardo De Filippo, 74 Salerno
Tel. 089.712373 Chiuso il ?
Tipo di cucina : salernitana/regionale
Fascia di prezzo : medio/alta
Valutazione complessiva : 3/5

Come arrivare : sebbene nel parlato comune dei ragazzi salernitani via De Filippo sia ancora chaiamata "via nuova", essa non è altro che la pluridecennale strada di collegamento fra i quartieri Italia/Europa con Torrione aAto e Sala Abbagnano. Se provenite da nord dunque, uscite dalal tangenziale di Salerno allo svincolo di Sala Abbagnano e poi proseguite per via Vestuti, costeggiando la caserma Avossa, fino ad arrivare all'incrocio con via Pietro Del Pezzo. Qui girate a destra, e troverete il locale dopo un centinaio di metri. Se provenite da sud, uscite allo svincolo di Pastena, proseguite in direzione del mercato di Via De Crescenzo e superato il centro sociale di via Cantarella girate a destra fino ad arrivare al locale.

Il ristorante/pizzeria "Non Ti Pago" prende il nome, com'è ovvio, dall'ononima commedia di Eduardo De Filippo, al quale è anche intitolata la strada ove si trova il locale. Dev'esserci qualcosa che non va all'ufficio toponomastico del comune di Salerno, se ad un maestro di tale levatura viene dedicata una strada di campagna ed al maggiore poeta salernitano del novecento (Alfonso Gatto) il viadotto che conduce al porto commerciale. La commedia già citata narra delle peripezie di un dipendente di un banco lotto napoletano alle prese con il suo datore di lavoro, il quale sostiene che la sua ultima ed ingente vincita sia dovuta unicamente alle comunicazioni oniriche intercorse fra il suo sottoposto e il suo defunto padre, e pertanto non appertenti a lui. Il locale, che non ha nulla di teatrale se non alcune frasi di Eduardo scritte sui muri, è compsto da un'ampia veranda coperta nei mesi invernali e di due sale interne più piccole. Meta di frequenti festeggiamenti, è anche possibile incappare qualche sera in un triste e stonato karaoke. Basta però ritirarsi nella piccola sala per fumatori, e iniziare il pasto, peraltro servito rapidamente, scegliendo magari un antipasto classico all'italiana oppure le verdure del buffett. Per proseguire c'è l'imbarazzo della scelta, fra primi sia di mare che di terra, pesce e carni alla brace (c'è anche la fiorentina), e la pizza, servita inspiegabilmente in versione mignon. Gli ingredienti sono tutti di prima qualità, così come i dolci provenienti dalla storica pasticceria Pantaleone, ma è il conto che davvero non convince. Si rischia infatti di spendere anche 20 (dicasi venti) euro rimanendo ancora affamati, soprattutto per le porzioni. Decisamente un locale ben fatto e ben amministrato, ma i 5/5 di questo blog si conquistano così: ottima qualità del cibo, cortesia nel servizio, velocità, e prezzo più che onesto. E' proprio questo quello che manca al "Non Ti Pago".

Tracklist consigliata : The Cure - Boys Don't Cry
Rihanna - Umbrella

mercoledì 9 gennaio 2008

Il Girasole


Il Girasole

Piazza Giovanni Paolo II (ex Piazza della Libertà) 8 - Coperchia di Pellezzano (SA)
Tel.: 089-566540 chiuso il mercoledì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 5/5

Come arrivare: da Salerno uscite dalla tangenziale allo svincolo di Fratte, proseguite poi sulla strada statale 88 in direzione di Baronissi, allo svincolo per Coperchia imboccate la discesa, attenzione perchè è in una curva ed è a doppio senso. Proseguite verso il centro di Coperchia, poco prima dello stadio comunale troverete una filiale del Monte Dei Paschi Di Siena, il ristorante è li a fianco. Da Avellino, uscite a Baronissi e poi proseguite in direzione di Salerno, fino ad arrivare al già citato svincolo per Coperchia. Poi seguite le istruzioni di cui sopra.
P.S.: non ce ne voglia l'ex santo padre, ma purtroppo ne la Teleatlas ne la Tom Tom hanno aggiornato le loro mappe, pertanto nel caso decidiate di usare il navigatore digitate il vecchio nome della piazza, che ho saggiamente indicato fra parentesi.

Nella natura la forma perfetta è quella del cerchio, che inizia sempre dove finisce, e siccome anche il mio blog è perfetto, inziamo il nuovo anno dove avevamo finito lo scorso, e cioè a Pellezzano(SA). Ci troviamo al ristorante "Il Girasole", da non confondere con "La Locanda Dei Girasoli" di Giovi San Bartolomeo. Parafrasando la celebre raccolta di racconti di Stephen
King, possiamo anche in questo caso dire "a volte ritornano": se anche voi sentivate la nostalgia dell'atmosfera, della cucina e della qualità che si trovavano a "Le Macine", beh questo è il posto che fa per voi. Il propietario, il pizzaiolo e le maestranze sono infatti le stesse, che lasciato il locale sulla strada statale 88 si sono tuffati in questa nuova avventura imprenditoriale, riuscendo in pieno nel loro intento anche stavolta. Il locale è piccolo ma decisamente intimo, ed in estate si può mangiare anche all'aperto. L'offerta gastronomica è di tutto rispetto e soprattutto ampia, si parte dai classici antipasti di salumi e latticini accompagnati magari da qualche contorno a buffett o da qualche saporita bruschetta, on prima di aver gustato le frittelline di alghe che vi vengono offerte appena accomodati. Si può proseguire poi con un ottima pizza, naturalmente cotta a legna, proposta in oltre venti varianti, o affidarsi alla selezione settimanale dei primi.
Fra questi degno di menzione è il timballo di fusilli con ricotta, mozzarella, speck e crema di zucca, una delizia presentata in stile nouvelle cuisine su di elegante piatto nero, a far da contrasto al candore della pasta. Se ancora c'è spazio nelle vostre pance vi potete concentrare sulle carni alla brace, servite in tavola ancora calde su di una specie di tagliere dotato di una placca di mettalo rovente, un pò come al ristorante cinese per intenderci. In chiusura la rinomata pasticceria di De Riso, che non ha certo bisogno di presentazioni, ed un amaro o un liquore gentilmente offerti dalla casa.
Recitava un proverbio che chiusa una porta si apre un portone: temevamo di aver perso "Le Macine" , mentre invece abbiamo trovato un locale ancora migliore, in una location ancora più suggestiva e con la consueta attenzione alla qualità ad un prezzo, ed è giusto dirlo, da osteria di altri tempi. Complimenti e continuate così!
Tracklist consigliata : Pier Cortese - Prima Che Cambierà
Niccolò Fabi - Milioni Di Giorni

lunedì 31 dicembre 2007

Le Macine


Le Macine

Via Mazzini, 8 - Cologna di Pellezzano (SA)
Tel.: 089-567540 chiuso il lunedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : media
Valutazione complessiva: 3/5

Come arrivare : da Salerno uscite dalla tangenziale allo svincolo di Fratte, proseguite poi sulla strada statale 88 in direzione di Baronissi, superate gli insediamenti industriali di via de' Greci e troverete il locale ben segnalato alla vostra destra, sotto un cavalcavia del raccordo autostradale
salerno-Avellino. Da Avellino : uscite allo svincolo Di Baronissi del raccordo raccordo autostradale Salerno-Avellino, proseguite in direzione di Salerno fino a trovare il locale alla vostra sinistra. Più azzardata sarebbe l'ipotesi di calarsi con una corda dal suddetto cavalcavia, ma come già detto nel post relativo al "Piccolo Paradiso" è abbastanza pericoloso imbarcarsi in queste avventure stradali . Per chiudere su viabilità e co., vi ricordo che questo è uno dei pochi locali che potrebbe non essere raggiungibile in determinati casi: una volta di fatti, a causa di una frana, mi fu interdetto l'accesso al locale.

"Le Macine" è un piccolo e carino ristorante-pizzeria che sorge sulla vecchia strada di collegamento fra Salerno e Avellino, la quale scorre parallela al corso del fiume Irno, strada comunque poco frequentata a causa della presenza del menzionato raccordo autostradale. Proprio al di sotto di quest'ultimo troviamo il locale in oggetto, composto da una sala interna piccola e riparata, anche ben arredata in arte povera e corredata da un bel camino, e da una
sala esterna situata sotto una veranda, agibile però solamente nei mesi estivi. La zona è molto umida e fredda, anche a causa della vicinanza del fiume, e anche in estate non fa mai molto caldo. Il locale è molto frequentato, non solo dai clienti ma anche dai gestori: quando lo conobbi infatti era gestito da una ragazza molto più simpatica e sveglia dell'attuale proprietario, e forse anche più acculturata (sulla lavagnetta all'ingresso vi è scritto, vi giuro, "stasera samgria" - con la emme!-). L'offerta gastronomica è ampia e variegata, a farla da padrone sono sempre le pizze come in quasi tutti i locali del comprensorio della valle dell'Irno, ma anche i primi sono assolutamente da provare, così come le carni e i dolci. Iniziamo come di consueto con
l'antipasto, proposto in due versioni: la più semplice, con bocconcini, salumi e sottoli, e la più complessa, servita su di un tagliere con oltre agli ingredienti già elencati diversi assaggi di verdure calde. si prosegue con i primi, ma con una certa tabella di marcia. Difatti, se le bevande tardano talmente tanto ad arrivare che vengono servite dopo l'antipasto, per avere i primi richiesti ci vuole una buona mezz'ora, nonostante ci siano solo pochi tavoli occupati, forse perchè il proprietario pensa che sia più importante intrattenersi con i suoi clienti preferiti a parlare, piuttosto che occuparsi dei clienti giunti prima. Ciò nonostante, le linguine alla palermitana sono davvero squisite, con le melenzane e i pomodorini che accompagnano degnamente il pesce spada, che conferisce all'ensemble un deciso odore di mare. Ancora un quarto d'ora dopo la fine dei primi e possiamo assaggiare un buon tronchetto alla nutella, con una panna troppo liquida ed acidula. 28 euro non sono nè tanti nè pochi, la qualità è buona ma il servizio lascia davvero parecchio a desiderare.

P.S.: credevo che con la scorsa (e cattivissima) recensione avessi chiuso il 2007, ma in extremis mi voglio commiatare per quest'anno da voi cari lettori con un altra recensione, anch'essa decisamente cattivella, e con ovviamente l'augurio di un meraviglioso e gustoso 2008. Auguri!

Tracklist consigliata : Delta V - Ritornerai
Baustelle - Gomma

domenica 23 dicembre 2007

Vecchie Fornaci


Vecchie Fornaci

Via R. Luciano - Loc. Badia - Corpo di Cava dei Tirreni
Tel.: 089 461313 chiuso il ??
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : media
Valutazione complessiva: 3/5

Come arrivare : da Salerno, proseguite sulla statale 18 in direzione di Cava de' Tirreni, poco prima di giungere al paese girate a sinistra in direzione della Badia, e seguite le indicazioni per il locale. Attenzione: la strada non è per nulla agevole e presenta diverse strettoie con semafori e sensi unici alternati.

Ci troviamo nell'amena località di Corpo di Cava, sede dell'ormai millenaria abbazia consacrata alla Madonna, protetta dal mare della divina costa dai massicci montuosi dei Lattari, in primis il Falerio e l'Avvocata. Siamo dunque alle spalle di Cetara, che in linea d'aria dista poche centinaia di metri, ma è raggiungibile dopo circa 10 chilometri di strade. Qui, fra boschi di quercia, castagno e frassino sorge il ristorante "Vecchie Fornaci", immerso in una tenuta privata dove vengono allevati animali selvatici (si lo so, è un paradosso, ma per cucinarli è meglio tenerli a bada, se no all'ordinazione mica il cuoco può mettersi a caccia) come cinghiali e daini, che costituiscono la base culinaria del locale. Come è lecito aspettarsi, il ristorante al suo interno è arredato come una vecchia cascina per la caccia, con trofei al muro, inserti in pietra ed un grande camino stranamente spento, nonostante il freddo che si soffre in sala. Sala peraltro molto ampia e capiente, capace di ospitare tranquillamente piccoli ricevimenti. Degno di nota il bagno, molto spazioso se si pensa alla concorrenza, e soprattutto pulito. I camerieri sono vestiti in nero con gilet personalizzato e camicia bianca, e comunicano un certo senso di professionalità. Qui però, aimè, finiscono le note positive del locale, in quanto quella che mi accingo a narrare è la cronaca di una delusione culinaria bella e buona. A parte il freddo persistente di cui ho già detto, la vera
delusione del ristorante è la lentezza esasperante dei camerieri, che con una pratica irritante e sicuramente poco professionale si dedicano prima alla cura dei clienti abituali, che si riconoscono dal fatto che appena entrati scambiano baci e abbracci con le maestranze, invece di un semplice e più corretto, nei confronti degli altri commensali, buonasera. L'unica cosa che arriva (quasi) subito è l'antipasto misto della casa, composto da salumi e formaggi, più due elementi da
scegliere dal buffett: peccato che la scelta nel mio caso sia stata effettuata preventivamente e senza il mio consenso dal cameriere, che ha ritenuto opportuno servire due miseri rettangolini di melenzane con mozzarella. Aldilà di questo, l'appetizer si presenta buono, accompagnato da un rosso di giusto corpo e servito ad una consona temperatura, unica pecca il pane dal gusto decisamente troppo toscano, cioè senza sale. Passiamo al primo, e la scelta cade sui ravioli ai porcini, buoni ma serviti con un condimento decisamente troppo freddo, sintomo di una separata preparazione del piatto che non ha permesso alla pasta di amalgamarsi con la panna. Dopo il primo piatto, cala il sipario sui nostri stomaci. Nonostante avessimo ordinato insieme alla pasta anche il misto di carne di cinghialle alla brace, per avere il tanto agognato secondo piatto
bisogna aspettare la bellezza di 45 minuti (!), durante i quali possiamo osservare persone appena arrivate degustare praticamente tutto il menù. Dopo appunto 45 minuti arriva finalmente la carne, servita cruda, e trattandosi di salsiccia e bistecca potete immaginare il risultato di una scarsa cottura. Come magra consolazione un contorno di patatine, surgelate ma dal taglio alternativo, in modo da sembrare fresche. Cerchiamo di chiudere in bellezza con una porzione di cubana, e fin qui va bene, ma a posto del limoncello richiesto ci viene portato un bichierino di finocchietto. La misura è colma, il pranzo è finito e ci accinghiamo ad andare via, ma dopo aver pagato i 32 euro del conto finalmente capisco il perchè di un volantino pubblicizzato all'interno del locale, che reclamizza la possibilità di effettuare escursioni a piedi nei dintorni del ristorante: è quello il miglior modo per ingannare l'attesa del secondo!

P.S.: nonostante siamo in periodo natalizio, è venuta fuori in questa occasione la recensione più cattiva dell'intero blog. Ciò comunque non mi impedisce di fare i migliori auguri di buon Natale a tutti i miei cari lettori, e di un buon anno di ottime e succulente prelibatezze gastronomiche. Auguroni!

Tracklist consigliata : Kraftwerk - Tour De France
Vanessa Carlton - A Thousand Miles

domenica 9 dicembre 2007

Camelot

Camelot

Via Macchia Morese 22 - Santa Tecla di Montecorvino Pugliano
Tel.: 333/8942858 chiuso il martedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva: 4/5

Come arrivare: da Faiano proseguire in direzione Montecorvino/Santa Tecla, arrivati ad un bivio girate a destra seguendo le indicazioni per il locale. Attenzione, la strada è abbastanza impegnativa e soprattutto senza illuminazione.
Dalla statale 18: all'altezza del km 69 in direzione Battipaglia girate a sinistra al cartello San Vito, poi di nuovo a sinistra seguendo le indicazioni per il locale.

Camelot è secondo la leggenda il luogo in cui dimoravano Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, la quale aveva tale forma per fare in modo che ognuno che vi si sedeva era in una posizione uguale agli altri, o forse perchè fu ricavata da un albero dalla base tonda. Essendo un luogo mitico ci sono pareri discordi sulla sua ubicazione, difatti ci sono diverse contee inglesi che se ne contendono la paternità, ma un antica leggenda tenderebbe ad identificare come ultima dimora del re Santa Tecla, frazione di Montecorvino Pugliano, ed è proprio per questo che qui sorge l'omonimo pub-pizzeria-ristorante, con tanto di tavola rotonda. Anche se a Salerno
purtroppo da un pò di tempo al nome di Re Artù si collega a qualcosa che non ha niente
a che fare con la cultura, in questo luogo ameno e difficile da raggiungere rivive appieno la tradizione medievale virata in salsa picentina: difatti al di fuori del locale non vi è un cavaliere in armatura di ferro e cavallo ma un buontempone panzone che funge da parcheggiatore abusivo, con una teoria gestionale degli spazi di sosta simile a quella del tetris. Il locale è ampio e ben arredato, l'unica cosa che stona sono degli schermi televisivi orwelliani senza comandi e pertanto
coercitivi, che comunque rimandano immagini di tornei cavallereschi. Per avere un pò di tranquillità ci si può comunque rifugiare nella sala della tavola rotonda. Il menù è ampio e consente di scegliere fra pizze, primi, secondi, dolci (un pò pochi quando ci sono), ma la parte del leone la fanno gli antipasti, fra cui degna di nota è un ottima zucca grigliata e
degli squisiti peperoni imbottiti, oltre agli immancabili salumi con mozzarella e ricotta. Le pizze sono ottime così come gli scialatielli speck e zucca, che al gusto ricordano un pò la carbonara. Per proseguire si può scegliere un bel tris di carne arrosto ma anche gamberoni o frittura mista. Vino della casa un pò troppo aspro e servito decisamente troppo freddo, come di norma nei locali dei picentini, servizio un pò lento considerando l'affluenza del locale ed il numero dei camerieri, che per inciso sono vestiti in antica tenuta medievale. Chiudete pure in bellezza con un dolce, se c'è, tanto non spenderete più di 15 euro per un pasto completo. Piccolo quiz di fine recensione: nel componimento testè letto vi sono tre imprecisioni, il primo che le individua e le posta nei commenti riceverà un simpatico omaggio.

Tracklist consigliata : David Bowie - Heroes
Queen - Who Wants To Live Forever