Cari lettori,
così come nel lontano agosto 2007 c'è stato il post di presentazione, oggi mi tocca, con un certo rammarico, scrivere il post di commiato. E' una decisione che ho maturato da un pò di tempo, ma che come tante altre cose ho procrastinato fino ad oggi. Come potete leggere dal titolo, questo blog chiude (così come non c'è più il profilo di Facebook, qualcuno se ne sarà già accorto). Terminano quindi le pubblicazioni (che, come potete vedere voi stessi, si erano alquanto rarefatte, per usare un eufemismo), ma il blog rimane consultabile. L'acquisto del dominio www.ingiropermangiare.it è stata invece una misura cautelativa, di modo che resti ad imperitura memoria nel mare magnum del web, ed anche per far in modo che qualcuno non approfitti malintenzionatamente del marchio. Sono comunque contento di aver dato vita ad un blog che mi ha dato parecchie soddisfazioni, qualche rogna e tante belle esperienze. Chissà che non ci si riveda in un altro blog...
Buona vita a tutti :)
sabato 5 marzo 2011
domenica 13 febbraio 2011
Sant' Eustorgio
Sant'Eustorgio
Piazza Sant'Eustorgio 6 - Milano
Tel. 02/58101396 Chiuso : mai
Tipo di cucina : tradizionale meneghina
Fascia di prezzo : medio/alta
Valutazione complessiva : 4/5Come arrivare : il ristorante si trova nei pressi dell'omonima basilica, a pochi passi da porta Ticinese. La fermata più vicina della metro è Porta Genova (Linea Verde o M2). Da lì sono circa 700 metri a piedi, altrimenti potete prendere il tram oppure l'autobus.
La prima volta che venni a Milano, a differenza di Luciano Bianciardi, non fu per far saltarein aria il Pirellone, ma più prosaicamente per lavoro. Nonostante fosse luglio e il caldo milanese mi avvolgeva in ogni dove, mi ritrovai dalle parti di Porta Genova all'ora di cena (cioè le 19:30),
quando il sole volge al desio (che è anche un comune vicino Milano). Mi ritrovai dunque in una selva oscura di locali e localetti, ma il più interessante e tipico mi sembrò "El Barbapedana", tipica trattoria milanese che prendeva nome da un famoso brigante. Per farla breve, che la recensione ancora deve cominciare, mangiai un ottimo risotto con ossobuco, che qui chiamavano "rustin negà", oltre allo gnocco fritto con culatello di zibello ed un buon barolo. Si capisce che non pagavo io? Fast forward fino al 2011. E' una domenica come un'altra qui a Milano (la capitale "molare" d'Italia, questo gioco di parole mi viene in mente osservando il Pirellone e pensando ad una delle sue più famose occupanti, nonchè igienista dentale). Piove, fa freddo e tira il vento, quindi
non ci sono accampamenti in stile Antropophagus di fronte alla stazione centrale. C'è pure il blocco del traffico, e la polizia locale dispensa multe a manetta, ma col sorriso sulle labbra. Mi incammino dunque nella metropoli tentacolare cercando di trovare, tramite i suggerimenti degli utenti di 2SPaghi, un ristorante a via Mercalli, visto che "El Barbapedana" di domenica osserva il turno di riposo. Il ristorante che cerco si chiama "Antica Hosteria della Lanterna", ed anche se non cucina il risotto, sono disposto a provarlo per i buoni feedback ottenuti. Arrivo quindi in un quartiere più silenzioso di una chiesa vuota, e naturalmente lo trovo chiuso. Ho fame, freddo ed è anche tardi per gli standard meneghini, quindi decido di andare all'avventura. Non so come, ma poco dopo mi ritrovo lungo via Torino, una strada decisamente più trafficata e movimentata, piena di negozi e turisti più o meno felici. Non c'è tempo per lo shopping, anche se ci sono i saldi,
sono in missione per conto del mio blog e per il mio stomaco, così mi prometto di fiondarmi nel
primo ristorante che cucini il famigerato risotto. Lo trovo dopo circa un'oretta di pellegrinaggio
dalle parti di Porta Ticinese, e si chiama Sant'Eustorgio, come la basilica adiacente. Dal
menù esposto fuori dal locale apprendo che lì si può consumare la prelibata pietanza alla
modica cifra di (udite udite) 24 euro, ma d'altronde, si campa una volta sola no? Entro, e mi
accomodo in un piccolo ristorante d'altri tempi, finemente arredato e dall'atmosfera decisamente
intima. I coperti sono pochissimi, non più di 30, e ci sono parecchie famiglie milanesi "bene"
intente a terminare il pranzo della domenica. Mentre io debbo ancora cominciare, sono quasi
le tre e mi vergogno tantissimo di pranzare a quest'orario abominevole, ma non è colpa mia!
Leggo rapidamente il menù, e rincuorato dalla presenza della prelibatezza meneghina di cui parlavo prima, passo a leggere cosa c'è di antipasto. La scelta è fra un carciofo alla garfagnina,
e una parmigianina di melenzane. Scarto decisamente quest'ultima (non c'è bisogno di arrivare
a Milano per una parmigiana di melenzane, quando hai ancora sul palato quella del Menelao che ti si scioglie in bocca), e quindi opto per questo delizioso carciofo bollito, ripieno di fonduta
e poi fritto dopo essere intinto nell'uovo battuto. Davvero ottimo, peccato per il pane, che qui,
come in Toscana, è senza sale. Il servizio è davvero veloce, o forse il mio piatto era già pronto,
così dopo pochi minuti arriva alla mia tavola un piatto dalle proporzioni epiche di risotto con ossobuco. Il riso è buono, lo zafferano c'è e si sente (e soprattutto si vede), quello che mi delude un pò è l'ossobuco, un pò troppo crudo e affogato in un trito di carote sedano e cipolle decisamente eccessivo. Ciononostante, il piatto è una delizia, e lo finisco tutto, fino all'ultimo chicco di riso. Da bere scelgo un buon calice di barbera piemontese, parecchio corposo e dalla gradazione abbastanza elevata, ma vivaddio, per una volta non ho una pedaliera sotto le mie gambe! Non c'è pranzo che si rispetti che non vada chiuso con un dolce, specie se è domenica, quindi ordino una porzione di torta pere e cioccolato, che qui viene servita calda, ma anche qui, come per il risotto, la porzione è gigantesca. Poco male, per il dolce c'è sempre posto, e quindi la finisco tutta. Caffè per chiudere (decisamente troppo lungo) e conto di 52 euro per tutto quello che avete letto. Certamente non è poco, ma siamo in pieno centro di Milano, e comunque la qualità delle materie prime e della preparazione c'è. Esco per smaltire con una bella passeggiata tutto questo ben di Dio, d'altronde lo spazio per camminare a Milano non manca di certo. E la prossima volta andrò a "El Barbapedana", dovesse cascare il mondo (o il Pirellone).
quando il sole volge al desio (che è anche un comune vicino Milano). Mi ritrovai dunque in una selva oscura di locali e localetti, ma il più interessante e tipico mi sembrò "El Barbapedana", tipica trattoria milanese che prendeva nome da un famoso brigante. Per farla breve, che la recensione ancora deve cominciare, mangiai un ottimo risotto con ossobuco, che qui chiamavano "rustin negà", oltre allo gnocco fritto con culatello di zibello ed un buon barolo. Si capisce che non pagavo io? Fast forward fino al 2011. E' una domenica come un'altra qui a Milano (la capitale "molare" d'Italia, questo gioco di parole mi viene in mente osservando il Pirellone e pensando ad una delle sue più famose occupanti, nonchè igienista dentale). Piove, fa freddo e tira il vento, quindi
non ci sono accampamenti in stile Antropophagus di fronte alla stazione centrale. C'è pure il blocco del traffico, e la polizia locale dispensa multe a manetta, ma col sorriso sulle labbra. Mi incammino dunque nella metropoli tentacolare cercando di trovare, tramite i suggerimenti degli utenti di 2SPaghi, un ristorante a via Mercalli, visto che "El Barbapedana" di domenica osserva il turno di riposo. Il ristorante che cerco si chiama "Antica Hosteria della Lanterna", ed anche se non cucina il risotto, sono disposto a provarlo per i buoni feedback ottenuti. Arrivo quindi in un quartiere più silenzioso di una chiesa vuota, e naturalmente lo trovo chiuso. Ho fame, freddo ed è anche tardi per gli standard meneghini, quindi decido di andare all'avventura. Non so come, ma poco dopo mi ritrovo lungo via Torino, una strada decisamente più trafficata e movimentata, piena di negozi e turisti più o meno felici. Non c'è tempo per lo shopping, anche se ci sono i saldi,
sono in missione per conto del mio blog e per il mio stomaco, così mi prometto di fiondarmi nel
primo ristorante che cucini il famigerato risotto. Lo trovo dopo circa un'oretta di pellegrinaggio
dalle parti di Porta Ticinese, e si chiama Sant'Eustorgio, come la basilica adiacente. Dal
menù esposto fuori dal locale apprendo che lì si può consumare la prelibata pietanza alla
modica cifra di (udite udite) 24 euro, ma d'altronde, si campa una volta sola no? Entro, e mi
accomodo in un piccolo ristorante d'altri tempi, finemente arredato e dall'atmosfera decisamente
intima. I coperti sono pochissimi, non più di 30, e ci sono parecchie famiglie milanesi "bene"
intente a terminare il pranzo della domenica. Mentre io debbo ancora cominciare, sono quasi
le tre e mi vergogno tantissimo di pranzare a quest'orario abominevole, ma non è colpa mia!
Leggo rapidamente il menù, e rincuorato dalla presenza della prelibatezza meneghina di cui parlavo prima, passo a leggere cosa c'è di antipasto. La scelta è fra un carciofo alla garfagnina,
e una parmigianina di melenzane. Scarto decisamente quest'ultima (non c'è bisogno di arrivare
a Milano per una parmigiana di melenzane, quando hai ancora sul palato quella del Menelao che ti si scioglie in bocca), e quindi opto per questo delizioso carciofo bollito, ripieno di fonduta
e poi fritto dopo essere intinto nell'uovo battuto. Davvero ottimo, peccato per il pane, che qui,
come in Toscana, è senza sale. Il servizio è davvero veloce, o forse il mio piatto era già pronto,
così dopo pochi minuti arriva alla mia tavola un piatto dalle proporzioni epiche di risotto con ossobuco. Il riso è buono, lo zafferano c'è e si sente (e soprattutto si vede), quello che mi delude un pò è l'ossobuco, un pò troppo crudo e affogato in un trito di carote sedano e cipolle decisamente eccessivo. Ciononostante, il piatto è una delizia, e lo finisco tutto, fino all'ultimo chicco di riso. Da bere scelgo un buon calice di barbera piemontese, parecchio corposo e dalla gradazione abbastanza elevata, ma vivaddio, per una volta non ho una pedaliera sotto le mie gambe! Non c'è pranzo che si rispetti che non vada chiuso con un dolce, specie se è domenica, quindi ordino una porzione di torta pere e cioccolato, che qui viene servita calda, ma anche qui, come per il risotto, la porzione è gigantesca. Poco male, per il dolce c'è sempre posto, e quindi la finisco tutta. Caffè per chiudere (decisamente troppo lungo) e conto di 52 euro per tutto quello che avete letto. Certamente non è poco, ma siamo in pieno centro di Milano, e comunque la qualità delle materie prime e della preparazione c'è. Esco per smaltire con una bella passeggiata tutto questo ben di Dio, d'altronde lo spazio per camminare a Milano non manca di certo. E la prossima volta andrò a "El Barbapedana", dovesse cascare il mondo (o il Pirellone).
Come piatto forte metto tutte le pietanze, così le osservate pure voi, miei cari venticinque lettori (come diceva Manzoni, quello falso).
Tracklist consigliata : Baustelle - Un Romantico a Milano
Baustelle - Antropophagus
martedì 25 gennaio 2011
Tommy Flynns
Tommy Flynns
Via N.Farina 12 - Baronissi (SA)
Tel. : 3286642319 - Chiuso il ?
Come arrivare : il locale si trova alle spalle del comune di Baronissi, quindi potete arrivare in centro in corrispondenza del municipio e poi percorrere la stradina leggermente in salita che vi condurrà direttamente al locale.
Come ve lo immaginate il pub perfetto? Tranquillo, situato in un posto dov'è facile parcheggiare, con personale simpatico ed alla mano, e, last but not least, con prezzi più che abbordabili?
Bene, allora il "Tommy Flynns" è il posto che fa per voi. Nato dalla chiusura del già recensito "Meltin' Cook", il pub ha aperto i battenti da pochissimi giorni, e già ha saputo conquistarsi una buona fetta di pubblico grazie alla sapiente interazione con Facebook dove pubblicizza le sue serate (gara di fagioli, primi piatti in omaggio ai primi venti clienti, etc. etc.). Quindi, Ingiropermangiare non poteva di certo esimersi dal fargli visita. Arriviamo intorno alle dieci di un tranquillo, forse troppo, giovedì sera invernale, e ci accomodiamo in fondo alla sala dove in maniera sinistra incombe sulle nostre teste una bici da corsa, per fortuna ben assicurata al soffitto. Diamo una rapida scorsa al menù dei panini, i quali hanno nomi che si rifanno al mondo della celluloide (si va dal Travis Bikle di Taxi Driver all'Oronzo Canà di Un allenatore nel pallone, insomma, l'eclettismo la fa da padrone) ma, sorprese delle sorprese, è anche possibile ordinare una bella spaghettata ed una bella pennettata. Ancora prima di iniziare coi panini, in cuor nostro decidiamo che ne varrà sicuramente la pena. Quindi ordiniamo la birra, che il gentilissimo titolare ci avverte non esser quella indicata sul menù, un gesto che noi apprezziamo decisamente per la correttezza (non ricordo il nome, ma era davvero buona). I prezzi sono davvero bassissimi, più dell'Anabeco e del Sant'Andrea, per intenderci. Anche i panini sono davevro buoni, io scelgo un panino appena nato che si chiama come il locale, con salsiccia, provola, pancetta e
melanzane grigliate, non prima di aver assaggiato un bel pò di patatine e mozzarelline fritte.
Ma la fame non si placa, e soprattutto quando si è in compagnia è bello esagerare anche un
pò. Così, fra un messaggio da appendere in bacheca (visto che il locale nel frattempo
si è anche rimepito di lettori/trici) ed una sigaretta da fumare fuori nell'androne,
ordiniamo sei assaggi di spaghetti alla puttanesca e sei assaggi di pennette all'arrabbiata (molto arrabbiata). Assaggi, si fa per dire, in quanto ogni porzione supera abbondantemente i 100 grammi. Decisamente satolli, chiediamo il conto, (il dolce non c'è, purtroppo : unica pecca!) letto il quale non crediamo ai nostri occhi. Debbo infatti prendere nota sul mio telefono per esser certo di non dimenticare tutto ciò che abbiamo mangiato per soli 59.70 euro :
3 porzioni di patatine
3 porzioni di mozzarelline
6 panini
6 piatti di spaghetti
6 piatti di pennette
12 birre
5 amari
Incredibile vero?
Vi chiederete : come mai 5 amari se siete in 6? Perchè il titolare del blog quando guida non beve.
E non perchè non regga l'alcool, ma perchè ci troviamo in un paese dove se si va a mignotte minorenni si rischia di diventare presidente del consiglio, mentre se superi dello 0.00001% il limite massimo di alcool consentito nel sangue vieni automaticamente bollato come assassino, stupratore, pedofilo e necrofilo. C'est la vie.
Ritornando al locale, ovviamente ve lo consiglio vivamente. Tenetelo d'occhio su Facebook, lo
staff è molto attivo e fantasioso, ed ogni sera c'è una sorpresa. Complimenti ragazzi!
Il piatto forte della recensione è "pennette all'arrabbiata"Tracklist consigliata : Salem - Hound
Salem - King Night
Via N.Farina 12 - Baronissi (SA)
Tel. : 3286642319 - Chiuso il ?
Tipo di cucina : sfiziosa/casereccia/pubbistica
Fascia di prezzo : bassissima
Valutazione complessiva : 5/5
Come arrivare : il locale si trova alle spalle del comune di Baronissi, quindi potete arrivare in centro in corrispondenza del municipio e poi percorrere la stradina leggermente in salita che vi condurrà direttamente al locale.
Come ve lo immaginate il pub perfetto? Tranquillo, situato in un posto dov'è facile parcheggiare, con personale simpatico ed alla mano, e, last but not least, con prezzi più che abbordabili?
Bene, allora il "Tommy Flynns" è il posto che fa per voi. Nato dalla chiusura del già recensito "Meltin' Cook", il pub ha aperto i battenti da pochissimi giorni, e già ha saputo conquistarsi una buona fetta di pubblico grazie alla sapiente interazione con Facebook dove pubblicizza le sue serate (gara di fagioli, primi piatti in omaggio ai primi venti clienti, etc. etc.). Quindi, Ingiropermangiare non poteva di certo esimersi dal fargli visita. Arriviamo intorno alle dieci di un tranquillo, forse troppo, giovedì sera invernale, e ci accomodiamo in fondo alla sala dove in maniera sinistra incombe sulle nostre teste una bici da corsa, per fortuna ben assicurata al soffitto. Diamo una rapida scorsa al menù dei panini, i quali hanno nomi che si rifanno al mondo della celluloide (si va dal Travis Bikle di Taxi Driver all'Oronzo Canà di Un allenatore nel pallone, insomma, l'eclettismo la fa da padrone) ma, sorprese delle sorprese, è anche possibile ordinare una bella spaghettata ed una bella pennettata. Ancora prima di iniziare coi panini, in cuor nostro decidiamo che ne varrà sicuramente la pena. Quindi ordiniamo la birra, che il gentilissimo titolare ci avverte non esser quella indicata sul menù, un gesto che noi apprezziamo decisamente per la correttezza (non ricordo il nome, ma era davvero buona). I prezzi sono davvero bassissimi, più dell'Anabeco e del Sant'Andrea, per intenderci. Anche i panini sono davevro buoni, io scelgo un panino appena nato che si chiama come il locale, con salsiccia, provola, pancetta e
melanzane grigliate, non prima di aver assaggiato un bel pò di patatine e mozzarelline fritte.
Ma la fame non si placa, e soprattutto quando si è in compagnia è bello esagerare anche un
pò. Così, fra un messaggio da appendere in bacheca (visto che il locale nel frattempo
si è anche rimepito di lettori/trici) ed una sigaretta da fumare fuori nell'androne,
ordiniamo sei assaggi di spaghetti alla puttanesca e sei assaggi di pennette all'arrabbiata (molto arrabbiata). Assaggi, si fa per dire, in quanto ogni porzione supera abbondantemente i 100 grammi. Decisamente satolli, chiediamo il conto, (il dolce non c'è, purtroppo : unica pecca!) letto il quale non crediamo ai nostri occhi. Debbo infatti prendere nota sul mio telefono per esser certo di non dimenticare tutto ciò che abbiamo mangiato per soli 59.70 euro :
3 porzioni di patatine
3 porzioni di mozzarelline
6 panini
6 piatti di spaghetti
6 piatti di pennette
12 birre
5 amari
Incredibile vero?
Vi chiederete : come mai 5 amari se siete in 6? Perchè il titolare del blog quando guida non beve.
E non perchè non regga l'alcool, ma perchè ci troviamo in un paese dove se si va a mignotte minorenni si rischia di diventare presidente del consiglio, mentre se superi dello 0.00001% il limite massimo di alcool consentito nel sangue vieni automaticamente bollato come assassino, stupratore, pedofilo e necrofilo. C'est la vie.
Ritornando al locale, ovviamente ve lo consiglio vivamente. Tenetelo d'occhio su Facebook, lo
staff è molto attivo e fantasioso, ed ogni sera c'è una sorpresa. Complimenti ragazzi!
Il piatto forte della recensione è "pennette all'arrabbiata"Tracklist consigliata : Salem - Hound
Salem - King Night
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qualità a basso prezzo
martedì 26 ottobre 2010
Azienda Agricola ed Agrituristica Iuzzolino Filomena
Azienda Agricola ed Agrituristica Iuzzolino Filomena
Contrada Coste - Ricigliano (SA)
Tel. 0828/953193 - 334/7528542 - Chiuso il ?
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva : 5/5
Come arrivare : da Salerno, prendete la Salerno - Reggio Calabria, ed uscite a Sicignano. Poi proseguite in direzione di San Greogorio Magno/Buccino, indi per Ricigliano. Troverete il locale al di sotto della strada principale, indicato da un cartello non troppo visibile. Quindi attenti alla segnaletica! Si parcheggia di fronte al locale senza problemi e senza abusivi.
Le programmazione ottobrina delle sale cinematografiche di tutta Italia, ma soprattutto di
quelle campane (per ovvi motivi) è stata monopolizzata dal film "Benvenuti Al Sud" di Luca Miniero, remake di un bel film francese ("Giù al nord") di qualche annetto fa. La trama è davvero elementare : un direttore delle poste della provincia milanese cerca di truffare i propri superiori fingendosi disabile per poter diventare direttore di una filiale di Milano, ma una volta scoperto viene mandato per punizione nel meridione, in provincia di "Napoli". Ovviamente parte carico di
pregiudizi, pensando di arrivare in un posto violento dominato dalla camorra, pieno di immondizia e con sparatorie ed omicidi quotidiani, ma la realtà sarà ben diversa, piano piano scoprirà che le persone del sud sono gentili, simpatiche e calorose, che la criminalità non c'è, etc. etc. Fin qui la trama. Ora veniamo alla critica. Raramente mi è capitato di vedere un film
più insulso e mistificante di "Benvenuti Al Sud". Innanzitutto la location : un film che dovrebbe essere ambientato a Napoli viene girato a Castellabate, delizioso paesino del Cilento che racchiude al suo interno tante perle sconosciute ai più. Luoghi puliti, aria e cibo salubre, zero criminalità, raccolta differenziata con percentuali altissime, bellezze paesaggistiche
ed artistiche a non finire. Vogliamo invece parlare della provincia di Napoli? Un aborto urbanistico che circonda il capoluogo da tutte le direzioni, con una percentuale altissima di pregiudicati, detenuti al 41bis, abusivismi edilizi a non finire, discariche
abusive di ogni materiale, acqua perennemente sporca (il secondo golfo piùà inquinato del mondo dopo quello di Bangkok, parola di Ganapini). E fermiamoci qui, che è meglio. Vogliamo poi parlare di una grande fetta della popolazione? Nel migliore dei casi conniventi con la camorra,
che dà loro il pane ed il companatico, pronte ad applaudire i propri padri-padroni quando escono dalla questura, ad assalire le forze dell'ordine in caso di retate od arresti, completamente incuranti di ogni forma di bellezza storico-paesaggistica, e con la loro straziante e disgustosa musica neomelodica a far da sottofondo ad ogni occasione più o meno lieta. Vogliamo parlare di sicurezza e vivibilità? Giusto oggi 26/10/2010 a Casoria c'è stato un assalto ad un portavalori con una guardia giurata uccisa e sparatoria conseguente per strada, mentre ieri ad Afragola c'è stato un altro conflitto a fuoco (fortunatamente senza morti) per una rapina in banca. E mi voglio fermare qui, anche se di cose da dire ce ne sarebbero tante. Quello che mi preme dire è che il Cilento, per fortuna, è lontano anni luce dalla provincia napoletana, e che il regista avrebbe fatto benissimo a girare il proprio film nell'ufficio postale di corso Secondigliano chiuso in seguito ad una rapina. Così stava pure più comodo senza clienti e personale....
Ops, ma dovevamo parlare di un ristorante o sbaglio? Ok, vi parlerò di un ristorante cilentano, che non ha niente a che fare con Napoli e la sua martoriata provincia. Siamo a Ricigliano, paese famoso per il suo pane, all'azienda agrituristica "Iuzzolino Filomena". E' un bel sabato di ottobre, il cielo è leggermente velato dalle nubi, ma per fortuna non piove. Arriviamo al ristorante dopo una sosta per un aperitivo nel centro di Buccino e dopo una giocata a pallone con Supersantos, giusto per farci riconoscere, ci accomodiamo nell'ampia sala già arredata (avevamo prenotato) e subito il simpaticissimo signor Gregorio ci porta pane e vino rosso sulla nostra tovaglia ovviamente a scacchi rossi e bianchi. Subito dopo arriva l'ottimo antipasto davvero paesano, con salumi e formaggi, poi quattro piatti di delizie : patate cunzate, scarole, fagioli bianchi
ed insalata di pomodori. Già mezzi pieni (a differenza degli altri avventori del posto, tutti oltre i 120 chili, i nostri stomaci hanno poca capienza, ed è un peccato) vediamo arrivare in tavola un bellissimo vassoio di gnocchetti (scazzatielli, si dice da queste parti) da condire con ricotta salata. Ed è solo il primo primo, poichè dopo arrivano gli ottimi ravioli, fatti in casa (e si sente!). Tempo di un brindisi alla "chi non vede il fondo non vede il mondo" e siamo pronti per il buon arrosto misto di carne di maiale, agnello e vitello, con tante patate fritte non surgelate. Prima del dolce c'è anche il tempo per fare due chiacchiere con il titolare, Gregorio, che si scusa con noi poichè la moglie non ha preparato le zeppole. Meglio così, un motivo in più per tornare! Rientriamo, e come dessert assaggiamo freselle con vinsanto, avremmo sicuramente preferito le zeppole calde ma siamo contenti lo stesso. Paghiamo (14 euro a persona per tutto quello che avete letto, interessante vero?) e non essendo in provincia di Napoli non veniamo presi a cascate in testa (vedi qui). Salutiamo, ringraziamo, ma prima di poter andare via dobbiamo pagare pedaggio ad un'anziana contadina che, quasi coattivamente, ci intima di acquistare le sue prelibatezze. Io e i miei amici ce la caviamo con una bottiglia di vino, delle pannocchie, della zucca e dei fagiolini, nonostante lei avesse voluto che comprassimo di più. Sono appena le 16, così decidiamo per un B2B (back to Buccino) per un altro dolce, un gelato ed un altro caffè, ed una bella escursione al castello che domina l'antico abitato. Abitato, si fa per dire, perchè quasi tutte le case sono ormai abbandonate ed in vendita, e chiacchierando con i loquaci e simpatici abitanti scopriamo
che lo sono a prezzi irrisori : ci son case di due vani che vengono vendute addirittura a 7.000 euro (settemila, avete letto bene). Torniamo alle nostre vetture fantasticando, chi più chi meno, di trasferirsi a Buccino e concorrere alla carica di sindaco, almeno per migliorare i tombini scivolosi in caso di pioggia. Che dire, il locale e l'escursione le consiglio a tutti, un pò meno il film di prima. Benvenuti al sud, benvenuti in Cilento.
Come piatto forte non posso che menzionare tutte le portate
Tracklist consigliata : Arcade Fire - Sprawl II (Mountains Beyond Mountains)
Arcade Fire - Ready To Start
Contrada Coste - Ricigliano (SA)
Tel. 0828/953193 - 334/7528542 - Chiuso il ?
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva : 5/5
Come arrivare : da Salerno, prendete la Salerno - Reggio Calabria, ed uscite a Sicignano. Poi proseguite in direzione di San Greogorio Magno/Buccino, indi per Ricigliano. Troverete il locale al di sotto della strada principale, indicato da un cartello non troppo visibile. Quindi attenti alla segnaletica! Si parcheggia di fronte al locale senza problemi e senza abusivi.
Le programmazione ottobrina delle sale cinematografiche di tutta Italia, ma soprattutto di
quelle campane (per ovvi motivi) è stata monopolizzata dal film "Benvenuti Al Sud" di Luca Miniero, remake di un bel film francese ("Giù al nord") di qualche annetto fa. La trama è davvero elementare : un direttore delle poste della provincia milanese cerca di truffare i propri superiori fingendosi disabile per poter diventare direttore di una filiale di Milano, ma una volta scoperto viene mandato per punizione nel meridione, in provincia di "Napoli". Ovviamente parte carico di
pregiudizi, pensando di arrivare in un posto violento dominato dalla camorra, pieno di immondizia e con sparatorie ed omicidi quotidiani, ma la realtà sarà ben diversa, piano piano scoprirà che le persone del sud sono gentili, simpatiche e calorose, che la criminalità non c'è, etc. etc. Fin qui la trama. Ora veniamo alla critica. Raramente mi è capitato di vedere un film
più insulso e mistificante di "Benvenuti Al Sud". Innanzitutto la location : un film che dovrebbe essere ambientato a Napoli viene girato a Castellabate, delizioso paesino del Cilento che racchiude al suo interno tante perle sconosciute ai più. Luoghi puliti, aria e cibo salubre, zero criminalità, raccolta differenziata con percentuali altissime, bellezze paesaggistiche
ed artistiche a non finire. Vogliamo invece parlare della provincia di Napoli? Un aborto urbanistico che circonda il capoluogo da tutte le direzioni, con una percentuale altissima di pregiudicati, detenuti al 41bis, abusivismi edilizi a non finire, discariche
abusive di ogni materiale, acqua perennemente sporca (il secondo golfo piùà inquinato del mondo dopo quello di Bangkok, parola di Ganapini). E fermiamoci qui, che è meglio. Vogliamo poi parlare di una grande fetta della popolazione? Nel migliore dei casi conniventi con la camorra,
che dà loro il pane ed il companatico, pronte ad applaudire i propri padri-padroni quando escono dalla questura, ad assalire le forze dell'ordine in caso di retate od arresti, completamente incuranti di ogni forma di bellezza storico-paesaggistica, e con la loro straziante e disgustosa musica neomelodica a far da sottofondo ad ogni occasione più o meno lieta. Vogliamo parlare di sicurezza e vivibilità? Giusto oggi 26/10/2010 a Casoria c'è stato un assalto ad un portavalori con una guardia giurata uccisa e sparatoria conseguente per strada, mentre ieri ad Afragola c'è stato un altro conflitto a fuoco (fortunatamente senza morti) per una rapina in banca. E mi voglio fermare qui, anche se di cose da dire ce ne sarebbero tante. Quello che mi preme dire è che il Cilento, per fortuna, è lontano anni luce dalla provincia napoletana, e che il regista avrebbe fatto benissimo a girare il proprio film nell'ufficio postale di corso Secondigliano chiuso in seguito ad una rapina. Così stava pure più comodo senza clienti e personale....
Ops, ma dovevamo parlare di un ristorante o sbaglio? Ok, vi parlerò di un ristorante cilentano, che non ha niente a che fare con Napoli e la sua martoriata provincia. Siamo a Ricigliano, paese famoso per il suo pane, all'azienda agrituristica "Iuzzolino Filomena". E' un bel sabato di ottobre, il cielo è leggermente velato dalle nubi, ma per fortuna non piove. Arriviamo al ristorante dopo una sosta per un aperitivo nel centro di Buccino e dopo una giocata a pallone con Supersantos, giusto per farci riconoscere, ci accomodiamo nell'ampia sala già arredata (avevamo prenotato) e subito il simpaticissimo signor Gregorio ci porta pane e vino rosso sulla nostra tovaglia ovviamente a scacchi rossi e bianchi. Subito dopo arriva l'ottimo antipasto davvero paesano, con salumi e formaggi, poi quattro piatti di delizie : patate cunzate, scarole, fagioli bianchi
ed insalata di pomodori. Già mezzi pieni (a differenza degli altri avventori del posto, tutti oltre i 120 chili, i nostri stomaci hanno poca capienza, ed è un peccato) vediamo arrivare in tavola un bellissimo vassoio di gnocchetti (scazzatielli, si dice da queste parti) da condire con ricotta salata. Ed è solo il primo primo, poichè dopo arrivano gli ottimi ravioli, fatti in casa (e si sente!). Tempo di un brindisi alla "chi non vede il fondo non vede il mondo" e siamo pronti per il buon arrosto misto di carne di maiale, agnello e vitello, con tante patate fritte non surgelate. Prima del dolce c'è anche il tempo per fare due chiacchiere con il titolare, Gregorio, che si scusa con noi poichè la moglie non ha preparato le zeppole. Meglio così, un motivo in più per tornare! Rientriamo, e come dessert assaggiamo freselle con vinsanto, avremmo sicuramente preferito le zeppole calde ma siamo contenti lo stesso. Paghiamo (14 euro a persona per tutto quello che avete letto, interessante vero?) e non essendo in provincia di Napoli non veniamo presi a cascate in testa (vedi qui). Salutiamo, ringraziamo, ma prima di poter andare via dobbiamo pagare pedaggio ad un'anziana contadina che, quasi coattivamente, ci intima di acquistare le sue prelibatezze. Io e i miei amici ce la caviamo con una bottiglia di vino, delle pannocchie, della zucca e dei fagiolini, nonostante lei avesse voluto che comprassimo di più. Sono appena le 16, così decidiamo per un B2B (back to Buccino) per un altro dolce, un gelato ed un altro caffè, ed una bella escursione al castello che domina l'antico abitato. Abitato, si fa per dire, perchè quasi tutte le case sono ormai abbandonate ed in vendita, e chiacchierando con i loquaci e simpatici abitanti scopriamo
che lo sono a prezzi irrisori : ci son case di due vani che vengono vendute addirittura a 7.000 euro (settemila, avete letto bene). Torniamo alle nostre vetture fantasticando, chi più chi meno, di trasferirsi a Buccino e concorrere alla carica di sindaco, almeno per migliorare i tombini scivolosi in caso di pioggia. Che dire, il locale e l'escursione le consiglio a tutti, un pò meno il film di prima. Benvenuti al sud, benvenuti in Cilento.
Come piatto forte non posso che menzionare tutte le portate
Tracklist consigliata : Arcade Fire - Sprawl II (Mountains Beyond Mountains)
Arcade Fire - Ready To Start
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mercoledì 6 ottobre 2010
Meltin' Cook
Meltin' Cook
Via N.Farina 12 - Baronissi (SA)
Tel. 089953397 -3292712346 - Chiuso la domenica
Tipo di cucina : da tutto il mondo
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva : 5/5
Come arrivare : il locale si trova alle spalle del comune di Baronissi, quindi potete arrivare in centro in corrispondenza del municipio e poi percorrere la stradina leggermente in salita che vi condurrà direttamente al locale.
Baronissi, Salerno, Campania. Ancora per poco, forse. C'è un progetto che vorrebbe infatti riunire le tre provincie virtuose della Campania in una nuova regione dal romantico nome di "Silenia" (dai sileni, antiche divinità che si presume abbiano vissuto in questi luoghi). Principali fautori di quest'iniziativa sono appunto le amministrazioni comunali di Cava de' Tirreni, Roccagloriosa e Baronissi, appunto. Non sappiamo se la cosa andrà in porto o si risolverà nella classica boutade
raccogli-consensi, l'importante è sapere che non dovrò comunque fare il passaporto oppure passare per una dogana per venire al Meltin' Cook. E' un tiepido venerdì sera di ottobre, e per una serata la tranquilla cittadina della valel dell'Irno si trasforma in un angolo di Catalogna, grazie alla serata di cucina spagnola del Meltin' Cook. Per fortuna avevamo prenotato, in quanto
ci rendiamo conto che il locale, molto carino e raccolto, è già tutto pieno. Ci accomodiamo, e come antipasto ci viene proposto un buon piatto di tortilla en escabeche, in pratica una frittata di patate servita fredda con un sugo di pomodoro fresco a ricoprirla interamente, molto buona. Da bere una caraffa di ottima e dolcissima sangria con pezzetti di pesca. Proseguiamo con l'arrivo della regina della cucina spagnola, la paella, famosissima anche al di fuori dei confini iberici
per la sua semplicità ma soprattutto per la sua bontà. Anche quella assaggiata al Meltin' Cook non è da meno, nella sua variante mar y tierra, con astici, cozze, vongole, carne di pollo e maiale, piselli e peperoni (e forse ho dimenticato qualche ingrediente). Chiude il menù (dal costo irrisorio di 15 euro, compresa la sangria) la fabada asturiana, un tegamino pieno di carne di maiale piccante con fagioli bianchi di spagna (quelli grossi, per intenderci), accompagnata da crostini di pane. Deliziosa, il mio piatto preferito del trittico. Non possiamo comunque esimerci dal concludere la deliziosa cena con una crema catalana, buona e talmente delicata da sciogliersi in bocca. Conto di soli 18 euro (in pratica i 15 fissi del menù spagnolo più i tre del dolce), meritatissimi per una cena che non lascia sicuramente con lo stomaco vuoto, anzi. Un plauso quindi allo staff del Meltin' Cook ed alla sua passione per la ristorazione e per la sperimentazione. Da rivisitare assolutamente, tanto qui l'offerta culinaria varia continuamente (oltre alle serate di cucina internazionale del venerdì, ci sono anche quelle di cucina regionale italiana il giovedì : cercate il locale su Facebook per rimanere aggiornati).
Piatto forte della recensione : tuttoTracklist consigliata : Wild Nothing - Our Composition Book
The Pain Of Being Pure At Heart - A Teenager In Love
Via N.Farina 12 - Baronissi (SA)
Tel. 089953397 -3292712346 - Chiuso la domenica
Tipo di cucina : da tutto il mondo
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva : 5/5
Come arrivare : il locale si trova alle spalle del comune di Baronissi, quindi potete arrivare in centro in corrispondenza del municipio e poi percorrere la stradina leggermente in salita che vi condurrà direttamente al locale.
Baronissi, Salerno, Campania. Ancora per poco, forse. C'è un progetto che vorrebbe infatti riunire le tre provincie virtuose della Campania in una nuova regione dal romantico nome di "Silenia" (dai sileni, antiche divinità che si presume abbiano vissuto in questi luoghi). Principali fautori di quest'iniziativa sono appunto le amministrazioni comunali di Cava de' Tirreni, Roccagloriosa e Baronissi, appunto. Non sappiamo se la cosa andrà in porto o si risolverà nella classica boutade
raccogli-consensi, l'importante è sapere che non dovrò comunque fare il passaporto oppure passare per una dogana per venire al Meltin' Cook. E' un tiepido venerdì sera di ottobre, e per una serata la tranquilla cittadina della valel dell'Irno si trasforma in un angolo di Catalogna, grazie alla serata di cucina spagnola del Meltin' Cook. Per fortuna avevamo prenotato, in quanto
ci rendiamo conto che il locale, molto carino e raccolto, è già tutto pieno. Ci accomodiamo, e come antipasto ci viene proposto un buon piatto di tortilla en escabeche, in pratica una frittata di patate servita fredda con un sugo di pomodoro fresco a ricoprirla interamente, molto buona. Da bere una caraffa di ottima e dolcissima sangria con pezzetti di pesca. Proseguiamo con l'arrivo della regina della cucina spagnola, la paella, famosissima anche al di fuori dei confini iberici
per la sua semplicità ma soprattutto per la sua bontà. Anche quella assaggiata al Meltin' Cook non è da meno, nella sua variante mar y tierra, con astici, cozze, vongole, carne di pollo e maiale, piselli e peperoni (e forse ho dimenticato qualche ingrediente). Chiude il menù (dal costo irrisorio di 15 euro, compresa la sangria) la fabada asturiana, un tegamino pieno di carne di maiale piccante con fagioli bianchi di spagna (quelli grossi, per intenderci), accompagnata da crostini di pane. Deliziosa, il mio piatto preferito del trittico. Non possiamo comunque esimerci dal concludere la deliziosa cena con una crema catalana, buona e talmente delicata da sciogliersi in bocca. Conto di soli 18 euro (in pratica i 15 fissi del menù spagnolo più i tre del dolce), meritatissimi per una cena che non lascia sicuramente con lo stomaco vuoto, anzi. Un plauso quindi allo staff del Meltin' Cook ed alla sua passione per la ristorazione e per la sperimentazione. Da rivisitare assolutamente, tanto qui l'offerta culinaria varia continuamente (oltre alle serate di cucina internazionale del venerdì, ci sono anche quelle di cucina regionale italiana il giovedì : cercate il locale su Facebook per rimanere aggiornati).
Piatto forte della recensione : tuttoTracklist consigliata : Wild Nothing - Our Composition Book
The Pain Of Being Pure At Heart - A Teenager In Love
sabato 1 maggio 2010
Da Palmino
Da Palmino
Via Roma 25 - San Cipriano Picentino (SA)
Tel.089/861034 - 3336630204 - Chiuso il ?
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva : 5/5
Come arrivare : il ristorante si trova al principio della salita che dalla piazza diSan Cipriano conduce alla frazione Vignale. Potete quindi parcheggiare nei tornanti adiacenti
al locale oppure in piazza, e poi fare due passi a piedi.
C'era una volta "La Strada". Non, non stiamo parlando del film di Fellini, ma del ristorante
del mitico don Franco che fino a qualche anno fa si trovava in quel di San Cipriano Picentino.
Il nome del ristorante era dovuto alla particolare visione che aveva il sudetto signore della cenaperfetta, cioè un viaggio alla scoperta di sapori magari dimenticati. Tutto ciò era ben spiegato in un cartello all'ingresso, com'era anche spiegato che delle pizze e della consegna delle stesse si occupava Palmino, cioè suo figlio. Quindi, una domenica mattina, tornando dalla pasticceria Festival di Giffoni dov'ero andato a comperare la deliziosa torta mele e noci, come un fulmine a ciel sereno mi colpisce questo cartello che parla, appunto, di un ristorante chiamato "Da Palmino". Mi fermo praticamente in mezzo alla strada (la scoperta di un nuovo locale val bene l'infrazione del codice della strada) e prendo nota dei numeri di telefono indicati. Una rapida googlata non conduce a nulla di fruttuoso, così posto la domanda nel gruppo di Facebook dedicato a San Cipriano Picentino. Inutile dire come in quasi tre mesi non abbia ricevuto nessuna risposta.
La conferma che si tratta della nuova avventura di don Franco mi viene dalla rivista "Orange", dove nella pubblicità del ristorante c'è chiaramente scritto "ex gestione La Strada". Non c'è bisogno d'altro per catapultarsi lì, memori di luculliane ed antiche mangiate, così un tranquillo martedì sera ci dirigiamo in quel di San Cipriano, dove troviamo il locale esattamente dove l'avevamo lasciato col vecchio nome. L'insegna non c'è (don Franco ci spiegherà più tardi che è stata portata via da una tromba d'aria, o qualcosa del genere), ma riconosciamo al volo il titolare e la sua rochissima voce. Ci accomodiamo in fondo al ristorante, sotto ad un fungo a gas visto che c'è ancora un discreto freddino, e aspettiamo che il nostro percorso inizi. Subito arrivano in tavola delle buonissime bruschette al pomodoro, seguite poi dall'antipasto della casa, con tanto ben di dio che mi torna l'aquolina in bocca solo a scriverne : uova sode, tortino d'asparagi, pomodoro ripieno di insalata russa, torta rustica, ricotta, crocchettone fatto in casa, zucca melanzane e zucchine grigliate, zucchine alla scapece e gli immancabili prosciutto, salame e capicollo. Da ko, insomma. E siamo solo all'antipasto. Come primo ci vengono consigliati dei fusilli al sugo di cinghiale, superlativi per il loro sapore, ed anche se ne chiediamo solo un assaggio riempono comunque il piatto. Ci verrebbe quasi vogliadi fermarci vista la sazietà dei nostri stomaci, ma "la strada" prevede ancora un paio di soste, e cioè un buon arrosto misto con insalata ed un ananas con fragole come digestivo. Strasazi chiediamo il conto che è di soli 25 euro a testa per tutto
quello che avete letto sinora, comprese tre bottiglie di vino, acqua e dintorni. Amaro gentilmente offerto da don Franco sulla soglia del locale, quattro chiacchiere in compagnia e riprendiamo la nostra strada, quella del ritorno. Straconsigliato, soprattutto per la simpatia del titolare. C'è anche la pizza, ma se andate lì per questa è come se andaste al cinema per comprare solo i pop-corn.
Il piatto forte di questa recensione è "Fusilli al sugo di cinghiale"
Tracklist consigliata : Fabrizio De Andrè - Crêuza de mä
Fabrizio De Andrè - Sidùn
Via Roma 25 - San Cipriano Picentino (SA)
Tel.089/861034 - 3336630204 - Chiuso il ?
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : bassa
Valutazione complessiva : 5/5
Come arrivare : il ristorante si trova al principio della salita che dalla piazza diSan Cipriano conduce alla frazione Vignale. Potete quindi parcheggiare nei tornanti adiacenti
al locale oppure in piazza, e poi fare due passi a piedi.
C'era una volta "La Strada". Non, non stiamo parlando del film di Fellini, ma del ristorante
del mitico don Franco che fino a qualche anno fa si trovava in quel di San Cipriano Picentino.
Il nome del ristorante era dovuto alla particolare visione che aveva il sudetto signore della cenaperfetta, cioè un viaggio alla scoperta di sapori magari dimenticati. Tutto ciò era ben spiegato in un cartello all'ingresso, com'era anche spiegato che delle pizze e della consegna delle stesse si occupava Palmino, cioè suo figlio. Quindi, una domenica mattina, tornando dalla pasticceria Festival di Giffoni dov'ero andato a comperare la deliziosa torta mele e noci, come un fulmine a ciel sereno mi colpisce questo cartello che parla, appunto, di un ristorante chiamato "Da Palmino". Mi fermo praticamente in mezzo alla strada (la scoperta di un nuovo locale val bene l'infrazione del codice della strada) e prendo nota dei numeri di telefono indicati. Una rapida googlata non conduce a nulla di fruttuoso, così posto la domanda nel gruppo di Facebook dedicato a San Cipriano Picentino. Inutile dire come in quasi tre mesi non abbia ricevuto nessuna risposta.
La conferma che si tratta della nuova avventura di don Franco mi viene dalla rivista "Orange", dove nella pubblicità del ristorante c'è chiaramente scritto "ex gestione La Strada". Non c'è bisogno d'altro per catapultarsi lì, memori di luculliane ed antiche mangiate, così un tranquillo martedì sera ci dirigiamo in quel di San Cipriano, dove troviamo il locale esattamente dove l'avevamo lasciato col vecchio nome. L'insegna non c'è (don Franco ci spiegherà più tardi che è stata portata via da una tromba d'aria, o qualcosa del genere), ma riconosciamo al volo il titolare e la sua rochissima voce. Ci accomodiamo in fondo al ristorante, sotto ad un fungo a gas visto che c'è ancora un discreto freddino, e aspettiamo che il nostro percorso inizi. Subito arrivano in tavola delle buonissime bruschette al pomodoro, seguite poi dall'antipasto della casa, con tanto ben di dio che mi torna l'aquolina in bocca solo a scriverne : uova sode, tortino d'asparagi, pomodoro ripieno di insalata russa, torta rustica, ricotta, crocchettone fatto in casa, zucca melanzane e zucchine grigliate, zucchine alla scapece e gli immancabili prosciutto, salame e capicollo. Da ko, insomma. E siamo solo all'antipasto. Come primo ci vengono consigliati dei fusilli al sugo di cinghiale, superlativi per il loro sapore, ed anche se ne chiediamo solo un assaggio riempono comunque il piatto. Ci verrebbe quasi vogliadi fermarci vista la sazietà dei nostri stomaci, ma "la strada" prevede ancora un paio di soste, e cioè un buon arrosto misto con insalata ed un ananas con fragole come digestivo. Strasazi chiediamo il conto che è di soli 25 euro a testa per tutto
quello che avete letto sinora, comprese tre bottiglie di vino, acqua e dintorni. Amaro gentilmente offerto da don Franco sulla soglia del locale, quattro chiacchiere in compagnia e riprendiamo la nostra strada, quella del ritorno. Straconsigliato, soprattutto per la simpatia del titolare. C'è anche la pizza, ma se andate lì per questa è come se andaste al cinema per comprare solo i pop-corn.
Il piatto forte di questa recensione è "Fusilli al sugo di cinghiale"
Tracklist consigliata : Fabrizio De Andrè - Crêuza de mä
Fabrizio De Andrè - Sidùn
San Francesco
San Francesco
Via S.Francesco - Giffoni Valle Piana(SA)
Tel. 089/868480 - 333/5313089 - Chiuso domenica sera e lunedì
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : medio/bassaValutazione complessiva : 5/5
Come arrivare : il ristorante è difficile che passi inosservato data la mole. Vi basterà
arrivare a Giffoni Valle Piana e prima del cinema Valle lo vedrete alla vostra sinistra.Si parcheggia nei dintorni senza abusivi.
Ricavato all'interno di un mastodontico convento del sedicesimo secolo, il ristorante
San Francesco si presenta subito come una struttura molto accogliente ed elegante.
L'attenzione all'hotellerie si nota a partire dalla scelta dei piatti e delle tovaglie, ma la chicca
l'ho trovata lavandomi le mani in bagno : addirittura degli spazzolini da denti monouso a disposizione dei clienti! Cose mai viste. e' un tranquillo sabato sera ed il locale, anche se pieno, è abbastanza silenzioso. Segno di una clientela composta ed educata ed un pò avanti con gli anni (sto diventando vecchio anch'io). Ci accomodiamo ed ordiniamo l'antipasto della casa, molto picentino nella composizione : salame, capicollo, prosciutto, bocconcini, ricotta, formaggio
stagionato al pepe, e poi le verdure : zucchine alla scapece, melanzane a funghetti e peperoni a filetto con olive nere. Tutto molto buono, così coem il vino della casa che ci accompagna nel desinare. Saltiamo a piè pari i primi, e ci dirigiamo verso la carne, che qui è davevro molto buona : alcuni commensali scelgono un'ottima tagliata, mentre io prendo qualcosa
di più cotto, e cioè un bel piatto di arrosto misto (salsiccia, maiale e vitello) accompagnato da un'enorme insalata mista servita in una bella scodella di legno, ma è talmente tanta che si e no ne mangio metà. chiusura con un'ottima creme brulè presentata in tavola ancora in fiamme, con contorno di lingue di gatto spolverate di zucchero a velo. Caffè (omaggio) e conto di 135 euro per 3 antipasti, 7 secondi, acqua, vino, coperto e 4 dolci. Ottimo rapporto qualità/prezzo.
Il piatto forte della recensione è la "Creme Brulè" Tracklist consigliata : Almamegretta - Sanacore
Almamegretta - Pe' dint' 'e viche addò nun trase 'o mare
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